Dopo gli scontri a circa un’ora da Inter-Napoli che sono costati la vita a Daniele Belardinelli i vertici del calcio si sono ritrovati assieme al Ministro dell’Interno e vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, per un punto della situazione sulla violenza presente all’interno delle frange estreme del tifo calcistico.
“Non si può morire di calcio nel 2018. Vogliamo sradicare la violenza da dentro e fuori gli stadi e useremo ogni mezzo necessario”, ha dichiarato Salvini al termine dell’incontro alla Scuola superiore di Polizia di Roma, al quale hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia Franco Gabrielli, i presidenti del Coni Giovanni Malagò e della Figc Gabriele Gravina, delle Leghe di Serie A, Serie B e Lega Pro, nonché i presidenti delle associazioni italiane calciatori, arbitri, allenatori, e i vertici della Fieg e dell’Ordine dei giornalisti.
Il Ministro dell’Interno ha ribadito la propria posizione contraria alla chiusura degli stadi, provvedimento adottato contro l’Inter dopo quanto avvenuto il 26 dicembre in via Novara. “E’ una resa dello Stato. Ed è sbagliato anche sospendere le partite per gli episodi di razzismo – ha detto ancora Salvini riguardo ai ‘buu’ contro Koulibaly durante Inter-Napoli – perché rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti e perché è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione”.