I 90 anni di Liliana Segre, testimone della Shoah

La senatrice a vita Liliana Segre compie 90 anni, oggi, 10 settembre.

Già da qualche giorno riceve messaggi di auguri e affetto dalle autorità come il Presidente Mattarella e da semplici cittadini ma soprattutto dai tanti, tantissimi, ragazzi che ha incontrato nel corso degli incontri in cui, idealmente, ha passato loro il testimone per portare avanti il ricordo di quell’immane tragedia che è stata la Shoah.
Una tragedia che Liliana Segre ha vissuto con la sua famiglia – di origine ebraica – e sulla sua pelle dal momento che fu rinchiusa in uno dei treni merci che partivano dal binario 10 della Stazione Centrale e trasportata, in condizioni atroci e in un viaggio durato giorni, ad Auschwitz.
Era il 30 giugno 1944 e Liliana aveva 13 anni.
Fu l’unica sopravvissuta della sua famiglia.
Oggi, quello stesso binario ospita il Memoriale della Shoah di Milano.

Per la Segre che prima della deportazione aveva sofferto per gli effetti delle leggi razziali emanate dal Regime Fascista nel 1938, si è trattato di un’esperienza dolorosamente custodita per anni fino al 1997 quando decise di partecipare, con la sua testimonianza, al film-documentario “Memoria”, presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino.
In quella occasione prende coscienza di quanto sia importante raccontare quei fatti per far capire cosa hanno significato e perpetrarne così la memoria.
Quello che la senatrice – la nomina è del 2018 da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale” – forse non si aspettava era la risposta dei più giovani, sempre presenti e numerosi negli incontri che la vedono protagonista.
A loro ha passato il testimone del ricordo in occasione di uno degli ultimi incontri pubblici alla Città della Pace, vicino ad Arezzo. La Senatrice ha infatti deciso di ritirarsi a vita privata per motivi legati all’età e al suo stato di salute.
In una recente intervista al Corriere della Sera ha rivolto loro un’esortazione: “Cari ragazzi, tocca a voi. Prendete per mano i vostri genitori, i vostri professori. In questo momento d’incertezza prendete per mano l’Italia”.

Nel 2019 Liliana Segre era diventata il bersaglio degli odiatori della rete arrivando a ricevere 200 messaggi al giorno con tanto di minacce di morte. Un fatto così grave da spingere la Procura di Milano ad aprire un’inchiesta contro ignoti. Un fatto per il quale le era stata assegnata una scorta.
In segno di solidarietà, 280 sindaci si erano dati appuntamento e avevano sfilato con lei per le vie di Milano il 10 dicembre del 2018.

La sua esperienza nel campo di concentramento è poi diventata anche un libro: “Sopravvissuta ad Auschwitz”.

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