È proprio il caso di dirlo: mettete barchette nelle vostre pozzanghere (semicit): l’istallazione artistica sta conquistando Milano.
Barchette nelle pozzanghere, quando anche l’asfalto si trasforma in arte. Nelle giornate di pioggia, quando il cielo schiarisce e le pozze d’acqua specchiano le nuvole, delle deliziose barchette di carta approdano in città.
Dopo ogni temporale spuntano delle barchette di carta nelle pozzanghere della città, trasformandole in vere e proprie istallazioni artistiche temporanee. I milanesi le aspettano con trepidazione, mentre i turisti sono sempre più incuriositi da queste opere fuori dal comune. Il più delle volte, le barchette ormeggiano in zona Brera, la parte di Milano che l’artista che ha ideato queste particolari decorazioni apprezza.
Chi si nasconde dietro le installazioni con le barchette di carta?
Galleggianti, colorate e compatte, le barchette di carta della Società Navigazione Pozzanghere, portano colore e allegria nelle giornate di pioggia. C’è molta confusione intorno all
Le opere sono realizzate da Carmelo La Gaipa, il 71enne è nato Porto Empedocle, la città che ha dato i natali al noto scrittore Andrea Camilleri. Il padre di Carmelo lavorava come pescatore e lui adorava osservare i mercantili e i pescherecci lasciare il porto.
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Al settantunenne va il merito di aver pensato di far diventare le pozzanghere delle vere e proprie opere d’arte. Le sue creazioni, fatte con materiali poveri e protetti da vari strati per resistere, evocano nostalgia e creatività, trasformando il paesaggio urbano e rendendo Milano più tenera.
Carmelo La Gaipa ha davvero le mani d’oro, è un esperto artigiano dall’animo ha iniziato giovanissimo a creare sculture e oggetti d’arte, spesso con una vena di denuncia sociale. Tra le sue opere, una in particolare ha lasciato il segno: una scultura composta da sacchi dell’immondizia con sopra la scritta “Contiene quarantenne disoccupato.”
Attualmente lavora nella sua casa di Robbio, condivisa con un amico, ma il suo sogno è quello di aprire un laboratorio tutto suo, dove continuare a lavorare. Il suo lavoro, che mescola ingegno, memoria e denuncia, è un invito a tornare umani, a fermarsi ea guardare oltre la quotidianità.