Stretta, losca e oscura, c’è una via a Milano dal passato intriso di mistero: proprio qui ha operato il primo serial killer d’Italia.
È la strada più stretta di Milano, tanto angusta da rendere impossibile il passaggio delle automobili. Tuttavia, non è per le sue strette dimensioni che questa viuzza milanese è passata alla storia.
Stiamo parlando di via Bagnera, tristemente nota per essere legata all’oscura storia del Mostro di Milano. Siamo nella zona delle CInque Vie, dietro Via Torino, proprio in questo vicolo si è consumata una storia di sangue che ancora oggi fa rabbrividire i milanesi.
Il Mostro di Milano, il primo Serial Killer della storia
Conosciuta anche come La Stretta, via Bagnera intreccia la sua storia con quella di Antonio Boggia, uno degli assassini più spietati dell’Ottocento e ritenuto il primo seria killer italiano. Passato alla storia come il Mostro di Via Bagnera, era proprio in questa stretta via di Milano che lo spietato killer consumava i suoi delitti.
Nato nel 1799 a Carate Urio, Boggia iniziò ad avere i primi problemi con la giustizia intorno ai 25 anni, quando fu denunciato per truffa. Trovò rifugio nel Regno di Sardegna, ma anche qui il suo carattere violento gli causò non pochi guai: fu infatti processato con l’accusa di aver innescato una rissa e tentato omicidio. Finì in carcere, ma durante una rivolta riuscì a evadere. Decise quindi di fare ritorno nel Lombardo-Veneto e si stabilì a Milano, dove ottenne un lavoro a Palazzo Cusani.
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Convolò a nozze nel 1831 e si stabilì con la famiglia in Via Nerino 2. Nonostante la stabilità sentimentale nel 1889 commise il primo di una lunga serie di omicidi, perpetrati fino al 1859.
Le sue vittime erano principalmente persone con cui aveva rapporti economici, come la proprietaria dello stabile in cui risedeva con la moglie. Boggia attirava le sue vittime nella sua bottega in via Bagnera, dove le uccideva con una mannaia da macelleria e nascondeva i corpi in un‘intercapedine del suo laboratorio.
Dopo la scoperta dei resti delle sue vittime, Boggia fu arrestato, processato e condannato a morte. Fu giustiziato nel 1862, diventando l’ultimo condannato a morte eseguito a Milano. Leggenda vuole che il suo fantasma continui ancora a vagare per via Bagnera, teatro delle sue azioni più oscure.
Oggi l’arma con cui Boggia uccideva le sue vittime è esposta presso il Museo di Arte Criminologica di Olevano di Lomellina.