La legge tutela i minori durante la separazione e c’è una legge che consente a questi di esprimere la volontà per la scelta abitativa.
Quando una famiglia sceglie di separarsi, uno dei problemi principali da affrontare riguarda i figli. Questi devono essere collocati con un genitore e non sempre è la madre, anche se questa eventualità è quella, nell’ordinamento italiano, che si verifica con l’incidenza maggiore.
Oggi si tende a tutelare non solo il benessere dei minori ma anche la praticità della questione e vengono presi in considerazione tanti fattori diversi, anche la stessa opinione del minore.
Legge Cartabia: l’importanza della volontà del minore nella separazione
Un minore di base non può scegliere, durante la separazione, in modo totalizzante quale sarà il suo futuro, solo un figlio maggiorenne può farlo. Tuttavia la Legge Cartabia ha introdotto una grande variazione ovvero dare seguito alle richieste del minore, ascoltando le sue preferenze. Prima di questa legge, il giudice decideva e ciò veniva eseguito, oggi non è più così.
La riforma Cartabia entrata in vigore il 1° marzo 2023 impone al giudice di ascoltare sempre il minore per tutto ciò che riguarda la sua vita, se questo non viene fatto, il processo si può anche annullare (a meno che sia il minore a dire che non vuole prendere parte). L’ascolto richiede anche la preparazione quindi bisogna informare il minore sulle conseguenze, su come si svolgerà il processo e cosa comporta. L’obiettivo è quello di rendere anche i minori a parire dai 12 anni parte del processo, questo non vuol dire però che la volontà espressa sia vincolante ma solo che ne sarà tenuto conto.
Il minore non può quindi decidere ma può esprimere la propria volontà, senza l’influsso del genitore. Questo passaggio è stato molto importante per evitare che la separazione, già traumatica per i figli, diventi un grande problema per gli stessi anche su dinamiche di vita quotidiana.
@avvocato.vittoriapirozzi I figli posdno scegliere con quale genitore stare? Il giudice ha l’obbligo di ascoltare il minore in tutti i giudizi nei quali deve adottare provvedimenti che lo riguardano. La legge prevede che il figlio dodicenne, o anche di età inferiore se abbia capacità di giudizio, deve essere ascoltato dal giudice, a meno che non voglia esprimersi oppure non sia possibile sentirlo, per ragioni fisiche o psicologiche. CONTATTAMI PER UNA CONSULENZA SPECIFICA #separazione #divorzio #collocazione #affidocondiviso #affidoesclusivo #ascoltodelminore #avvocatomatrimonialista #avvocatonapoli ♬ suono originale – Avvocato Vittoria Pirozzi
Non sempre quindi c’è la scelta di affidare il minore alla madre, oggi è richiesta ampia partecipazione ai genitori, laddove possibile. Spesso questo si traduce con turnazioni nell’immobile, per tutelare in modo corretto la salute e il benessere del minore che non deve essere una pedina tra i genitori ma devono essere questi a lavorare per rendere la sua vita agevole ed equilibrata, mantenendo, per quanto possibile, inalterata anche l’organizzazione del suo quotidiano.