La pensione per casalinghe/i è un beneficio economico che viene corrisposto a coloro che lavorano in casa, come chiarito dall’INPS.
Nel comunicato da parte dell’Ente vengono infatti estese le modalità di fruizione del beneficio, il corrispettivo economico e anche tutti i dettagli per coloro che vogliono usufruire di questo sussidio economico.
L’Agenzia delle Entrate, a tal proposito, ha aggiornato quelle che sono le causali di contributo e ha quindi esteso proprio le modalità di presentazione per accedere al Fondo pensioni casalinghe con delle importanti novità.
Novità per le pensioni destinate a casalinghe e casalinghi
Questo viene gestito dall’INPS ed è un sistema di previdenza pensato proprio per le persone che si occupano delle attività domestiche e che non hanno una vera retribuzione ma devono comunque avere un’adeguata copertura per la pensione futura. In base a quanto determinato dall’INPS quindi è stata determinata la soppressione delle causali per i pagamenti: versamenti al fondo pensioni casalinghe e versamenti al fondo pensioni – aziende convenzionate.
Infatti il pagamento potrà essere fatto direttamente online mediante l’apposito portale dei pagamenti in cui vi è il Fondo casalinghe e casalinghi a cui si accede semplicemente con le credenziali oppure inserendo codice fiscale e poi codice fondo.
Il versamento non è a scadenza annuale, non ha un importo fisso ma è libero, la soglia minima da rispettare è di 25.82 euro mensili per poter ottenere la contribuzione minima. I contributi si possono poi dedurre normalmente dall’Irpef, quindi anche laddove si faccia un 730 familiare. Vi sono modalità apposite anche per i caregiver e per altre categorie che necessitano di apposita tutela per il pensionamento.
La pensione per i casalinghi richiede l’iscrizione al Fondo di previdenza per le persone che lavorano in casa, chiamato appunto Fondo Casalinghe e Casalinghi e un’età compresa tra i 16 e i 65 anni per versare i propri contributi. Per ricevere la pensione bisogna versare un minimo di 5 anni e un importo annuo di 310 euro circa. Il contributo può anche essere più alto, in base alle proprie disponibilità. Questa pensione viene divisa in due parti distinte. Da un lato c’è quella di inabilità al lavoro, ovvero ciò che viene corrisposto quando il soggetto non può lavorare, dall’altra quella di vecchiaia che spetta a coloro che compiono l’età pensionabile.
Per la pensione è richiesto il raggiungimento dell’età di 67 anni, cittadinanza italiana, europea o comunque regolarità nella residenza sul territorio, residenza continuativa da 10 anni, reddito sotto la soglia minima. La pensione minima ovvero sociale corrisponde a circa 500 euro mensili, erogati per 13 mensilità.
