Max Mariola fa discutere: una carbonara a Milano 28 euro, ma lui è sicuro “Per certi luoghi è anche poco”

Lo Chef Max Mariola fa discutere. A tenere banco i costi per una carbonara a Milano: nel suo ristorante si arriva a 28 euro. Lui si difende.

La carbonara fa sempre discutere. La mangiano tutti, ma non mancano le scuole di pensiero sul condimento e gli ingredienti. Addirittura qualcuno – come ha fatto Maccio Capatonda di recente – ha colto l’occasione per scherzarci su. Stavolta, però, con Max Mariola c’è poco da ridere.

Max Mariola Milano
Max Mariola apre a Milano (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Un uomo, uno Chef, che vanta 9 milioni di follower sui social: le ricette proposte sono sempre le più gustose. La carbonara non fa eccezione, infatti proprio per questa capacità Mariola si è spostato a Milano. Oltre alla nota scuola di cucina, lo Chef romano ha aperto anche un ristorante nel quartiere Brera: “The Sound of Love”.

Max Mariola e la sua carbonara

A fare scalpore, però, è il suono delle monete – metaforicamente parlando – quando escono dal portafogli. 28 euro per una carbonara, fatta con tutti i santi crismi, ma sono pur sempre 28 euro. Uno sproposito secondo molti. I consumatori sono divisi. C’è chi approva la sua politica e chi, invece, ritiene i suoi prezzi esagerati.

Max Mariola sceglie Milano per il suo locale
Il quartiere di Brera ospiterà il locale in stile mediterraneo dello chef – milano.cityrumors.it (Foto Ansa)

Lo Chef, dal canto suo, prova a spiegare le ragioni del prezzo maggiorato. Lo fa in un’intervista fiume concessa alle pagine del Messaggero: “28 euro a Milano per una carbonara è anche poco – tuona il celebre cuoco – quando la cucina viene fatta ad alti livelli, le materie prime hanno un prezzo specifico”.

Il menù della discordia

Ne fa una questione di ingredienti lo Chef, poi affronta anche il tema della preparazione. Una carbonara, potenzialmente, la sa fare chiunque. Quasi nessuno, però, riesce a farla secondo la tradizione: Mariola sì. Ecco perchè rivendica la sua scelta: “L’Italia – come Paese – deve alzare i prezzi dal momento che il costo delle materie prime è aumentato vertiginosamente”.

Successivamente Mariola fa anche un discorso legato al brand, ormai il suo nome rievoca una certa credibilità che arriva nel piatto, ma si paga anche fuori. “Il suono dell’amore” vale il prezzo del biglietto: un “concerto culinario” a cui è importante assistere – per dirla con le sue parole – cercando di capire la differenza prima sul palato e poi nel cuore.

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Il prezzo del buon gusto

La qualità non è solo una questione economica, ma determinate scelte devono anche avere una rilevanza finanziaria. Quando essere una buona forchetta potrebbe essere un’impresa, determinati luoghi riconciliano ogni dubbio e perplessità. “The Sound of Love” punta ad essere un simile esempio tra affidabilità e buon gusto.

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