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Economia

Ecco cosa rischi se non vivi davvero dove hai la residenza: arrivano un mare di guai

Cosa succede sfruttando la residenza fittizia in maniera scorretta? Ecco a che cosa si va incontro secondo la legge.

Dichiarare di avere una residenza in un determinato immobile ma non abitarci davvero. Lo fanno in diversi sfruttando in maniera volutamente erronea quella che viene definita ‘residenza fittizia’, una ‘strategia’ messa in atto allo scopo di ottenere benefici dal punto di vista fiscale come lo sgravio relativo alle imposte dell’abitazione. Ma quando si sposta la residenza in un altro indirizzo e poi non si abita nel relativo immobile si sta compiendo un’azione che la legge non consente.

Residenza fittizia per benefici fiscali: quali conseguenze (milano.cityrumors.it)

Ed è bene sapere a che cosa si rischia di andare incontro così facendo dal punto di vista legale. Il primo ‘problema’ che ci si troverebbe ad affrontare sarebbe l’irreperibilità: l’invio di comunicazioni all’indirizzo di residenza, non essendoci nessuno all’interno, cadrebbe nel vuoto. Inoltre non è l’unica conseguenza alla quale si va incontro. Ma andiamo con ordine.

Residenza, cosa succede dichiarando il falso? Ecco che cosa si rischia

Iniziamo con il sottolineare che la residenza dovrebbe sempre coincidere con la casa nella quale si trascorre la maggior parte del proprio tempo nell’arco dell’anno. Deve dunque coincidere con la dimora del cittadino e non è possibile secondo le leggi vigenti, dichiarare in un’abitazione differente dalla propria la residenza.

Cosa prevede la legge per dichiarazione di falsa residenza (milano.cityrumors.it)

Sono molti gli enti che potrebbero inviare comunicazioni al cittadino e che utilizzano l’indirizzo di residenza per farlo: si va dal postino ai carabinieri, dagli avvocati all’agenzia di riscossione, dall’Agenzia delle Entrate alle società di acqua, luce e gas, dalle banche e assicurazioni al messo notificatore del comune. L’ufficio Anagrafe del comune di residenza rilascia anche un certificato che va ad attestarla ufficialmente.

Sempre per legge è necessario, qualora si cambi residenza, comunicarlo all’Anagrafe del comune di destinazione entro 20 giorni dallo spostamento. Questa informazione verrà poi comunicata al comune della precedente residenza nonché a Motorizzazione e Agenzia delle Entrate. Infine, anche il datore di lavoro deve sempre essere al corrente dell’indirizzo di residenza aggiornato. Il cambio di residenza viene revocato qualora a seguito di controlli dovesse emergere che il cittadino non risiede dove dichiarato.

Con residenza fittizia si fa riferimento al luogo del quale un soggetto ha la disponibilità pur non trascorrendo la sua vita. Ma questa dichiarazione fatta allo scopo di godere di benefici fiscali, cosi come lo scegliere una residenza per non farsi rintracciare, costituisce un reato.

Non è consentito dichiarare il falso nei rapporti tra cittadino e PA come confermato dalla sentenza 15651/2014 della Corte di Cassazione. Il reato che si prefigura è quello di falso ideologico in atto pubblico. Le conseguenze possibili sono: una sanzione pratica e una sanzione penale, la seconda con rischio di reclusione sino a 2 anni e non inferiore a 3 mesi. Contestualmente si potrebbe subire la revoca dei benefici fiscali o assistenziali. E si rischiano anche conseguenze dal punto di vista processuale in merito alla notifica degli atti giudiziari agli irreperibili.