Congedo di 2 anni retribuiti per chi ha questi requisiti

Tra le misure rivolte ai lavoratori caregivers c’è il congedo retribuito per un massimo di due anni. Ad alcune condizioni il beneficio può raddoppiare?

I lavoratori che si prendono cura di un familiare con disabilità possono richiedere i permessi di tre giorni al mese o il congedo straordinario.

Congedo retribuito di due anni, come funziona
Congedo retribuito di due anni, come funziona (Milano.cityrumors.it)

Prendersi cura di una persona con handicap fisico, psichico o sensoriale non è semplice. C’è bisogno di pazienza, tempo e possibilità economiche. Lo Stato è consapevole di quanto impegno ci sia dietro l’assistente e cerca di aiutare le famiglie con agevolazioni e benefici. La Legge 104, in particolare, permette di avere accesso a numerose misure assistenziali e fiscali.

Congedo parentali, le condizioni e quando può raddoppiare

Tra queste troviamo un grande sostegno per i lavoratori caregivers nei tre giorni di permesso al mese e nel congedo straordinario. Entrambe le agevolazioni sono retribuite ma la seconda in particolare permette di assentarsi dal lavoro fino a due anni. L’obiettivo è consentire al dipendente di assistere un familiare disabile grave quotidianamente.

Le regole del congedo straordinario
Le regole del congedo straordinario (Milano.cityrumors.it)

Ci sono, però, alcune condizioni da rispettare. In primis la convivenza con il soggetto con disabilità. Sono solo tre le eccezioni. Il caregiver è un genitore, assistito e caregiver abitano nello stesso palazzo ma in interni diversi e in caso di richiesta di residenza temporanea di dodici mesi.

Oltre alla convivenza con il disabile (può avvenire anche dopo la domanda di congedo ma entro il primo giorno di assenza da lavoro) si deve rispettare un ordine di priorità nella richiesta. C’è una sorta di classifica che prevede che i familiari che si trovano in posizioni inferiori possano avvalersi della misura solo se quelli che precedono sono mancanti, deceduti o affetti anch’essi da invalidità.

Il congedo spetta, in ordine, al coniuge convivente, all’unione della parte civile o al convivente di fatto. Seguono i genitori (anche adottivi o affidatari), i figli conviventi, i fratelli e le sorelle conviventi e tutti i parenti entro il terzo grado conviventi.

La normativa, poi, stabilisce che un lavoratore dipendente possa chiedere il congedo di due anni una sola volta durante l’intera vita lavorativa. Significa che si può richiedere il congedo anche per assistenza a più familiari disabili gravi da assistere ma rientrando nel totale dei due anni.

Qualora il familiare venisse a mancare non sarebbe possibile utilizzare i giorni rimanenti per assistere un altro disabile grave. Il raddoppio, dunque, non è concesso. Il limite massimo rimane in ogni caso di due anni.

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