Quello in arrivo potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per un’intera categoria di lavoratori. Ecco come funziona il ‘premio’ una tantum
Un bonus una tantum dell’importo di diverse centinaia di euro rivolto a un’intera categoria di lavoratori. Se ne parla da tempo ma ora la situazione sembra essere prossima allo sblocco e il sostegno economico vicino alla concretizzazione. Si tratta di un vero e proprio ‘premio’ che, se il governo dovesse confermarlo, andrà ad aggiungersi direttamente allo stipendio in busta paga fornendo a migliaia di persone una boccata d’ossigeno non indifferente in tempi economicamente complessi come quelli che stiamo vivendo.
Scopriamo dunque di che cosa si tratta e, in particolare, a chi è rivolta questa agevolazione. Come sottolineavamo si tratterà di un bonus una tantum ovvero corrisposto una singola volta. Inoltre non sarà erogato sulla base di un reddito o di una condizione economica ma a fronte di una specifica decisione dei lavoratori stessi.
Bonus fino a 954 euro (ma potrebbe toccare anche i 1823 euro) in busta paga nel 2024: chi lo riceverà
Secondo le ultime notizie lo sblocco delle risorse da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito sarebbe ormai molto vicino e in questo modo la misura, già inserita nel Decreto 258/2022, verrebbe a tutti gli effetti finanziata.
Se tutto andasse come da cronoprogramma i bonus in busta paga dovrebbero infatti essere ripartiti agli interessati già a partire dal mese di gennaio e poi a febbraio saranno a tutti gli effetti accreditati al cedolino mensile. L’agevolazione in questione ammonterà nello specifico a 868 e 954 euro e sarà destinata a quei docenti che prendono la decisione di non trasferirsi restano a lavorare negli istituti scolastici presenti nelle aree considerate disagiate. Fornendo dunque un prezioso aiuto dal punto di vista della continuità didattica che in tal modo sarà da loro assicurata.
Secondo una stima sarebbero interessati dalla misura almeno 20mila docenti: il 70% dei fondi da integrare al Mof sarà rivolto a quei docenti che non abbiano richiesto né assegnazioni provvisorie né trasferimenti negli ultimi 5 anni. Invece il 30% andrà sulla busta paga di chi, non risiede nella provincia di insegnamento e insegna in aree scolastiche difficili.
Le categorie interessate sono i docenti che “garantiscono l’interesse dei propri alunni alla continuità didattica” e coloro che “prestano servizio presso le scuole caratterizzate da indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione di particolare criticità” come espressamente riportato nel Decreto. Va da sé che nel caso entrambe i requisiti vengano rispettati, e si stima che sia così per 6000 docenti circa, il bonus una tantum potrebbe toccare i 1823 euro.