Aumenta la TARI, ma in alcuni casi non bisogna pagarla: bisogna controllare la data

Tra poco aumenta la TARI, ma non per tutti. Ecco in quale occasione non devi pagarla e tutte le informazioni rilevanti.

Una delle tasse in aumento è quella della TARI, la tassa si rifiuti degli immobili. Questo peserà non poco sulle famiglie, soprattutto trattandosi di una tariffa locale e quindi regolata dal Comune. La Cassazione ha reso impugnabili i bollettini ritenuti troppo onerosi, ma questo no ha fermato gli aumenti a doppia cifra in tutti Italia, toccando il +20% a Napoli.

Aumenta la TARI, ma c'è un'eccezione
Aumenta la TARI, ma attenzione: in questo caso non devi pagarla – Milano.Cityrumors.it

La TARI dev’essere versata da tutti i proprietari o utilizzatori di immobili. Questo include anche locali e aree scoperte produttrici di rifiuti urbani. Se ci sono più detentori della casa, dovranno pagare il tributo insieme.

Aumenta la TARI, ma in questi casi non la paghi: ecco quando

La TARI sì paga in base alle persone: la tariffa si basa, infatti, su una quota fissa che considera la superficie calpestabile dell’immobile e il numero di occupanti dello stesso, con una quota variabile in base ai servizi connessi. In immobili dati in fatti la TARI va pagata dal proprietario solo per un contratto di affitto sotto ai 6 mesi, altrimenti paga l’inquilino. La denuncia TARI va fatta entro il 3 giugno dell’anno successivo all’inizio della detenzione dell’immobile.

Non devi pagare la TARI in queste circostanze
Anche se la TARI aumenta, restano queste circostanze in cui non devi pagare – Milano.Cityrumors.it

Per calcolare la TARI, oltre alla superficie, bisogna considerare qualità e quantità di rifiuti in base alle tipologie di utenze e al costo dei servizi di rifiuti. La quota fissa si basa sui metri quadri dell’immobile, mentre quella variabile sui componenti del nucleo familiare. Nel 2022 sono cambiate le linee guida per i Comuni, basati sul costo standard per tonnellata deciso dalla Commissione Tecnica per i Fabbisogni Standard. Ogni Comune dovrà poi decidere la tariffa sulla base dei costi individuati nel piano finanziario. La decisione finale dovrà comunque rispettare il principio di proporzionalità, senza imporre importi troppo alti ai cittadini non residenti o che non sono legati alla produzione di rifiuti.

La TARI si paga attraverso l’F24 o con bollettino postale, e in genere il modulo viene inviato dal Comune via posta. Se questo non viene ricevuto bisogna contattare il Comune, perché l’imposta resta dovuta e bisognerà comunque compilare l’F24 in maniera autonoma. Il codice tributo per l’F24 da usare è 3944 nella sezione IMU. La maggior parte dei Comuni dividono il pagamento in tre fasi: primo acconto tra aprile e giugno, secondo tra luglio e agosto e terzo entro ottobre o novembre. Se non si paga l’imposta il Comune può richiedere il pagamento degli arretrati degli ultimi 5 anni con sanzioni e interessi, fino a tre volte l’importo iniziale.

Se il contribuente non paga nei tempi indicati dall’avviso, l’Amministrazione finanziaria può procedere al recupero delle somme, con possibili pignoramenti. Dopo i cinque anni il pagamento della TARI va in prescrizione. È possibile pagare la TARI arretrata recandosi all’Ufficio Tributi locale, che costerà sanzioni rispetto all’essere convocati dal Governo.

Ci sono delle aree che sono escluse dal pagamento della TARI. Queste sono i parcheggi per clienti e dipendenti di negozi, ovvero le aree scoperte legate a locali tassabili o aree comuni condominiali. Anche i magazzini industriali sono esclusi, visto che fanno solo rifiuti speciali. Il Comune ha la possibilità di introdurre esenzioni e riduzioni per:

  • Abitazioni con un unico occupante;
  • Abitazioni per uso stagionale;
  • Abitazioni usate da soggetti con dimora all’estero per più di sei mesi all’anno;
  • Fabbricati rurali;
  • Attività di prevenzione nella produzione di rifiuti.

Altre esenzioni e riduzioni applicabili sono quelle a favore dei contribuenti con ISEE basso. Questo prende il nome di Bonus TARI, applicabile a chi ha un ISEE sotto agli 8.107,50 euro, famiglie grosse con un ISEE sotto ai 20.000 euro e benefici del Reddito di Cittadinanza. La legge prevede, inoltre, riduzioni obbligatorie per i rifiuti speciali se il produttore dimostra di aver avviato il riciclo, per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti e per zone dove non è effettuata la raccolta.

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