Sentieri di Celluloide
– Milano nel cinema –
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“IL POSTO”
“La semplicità e la necessità di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superfluo”
Ermanno Olmi
Alla ventiduesima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, svoltasi dal 20 agosto al 3 settembre 1961, il film, diretto e sceneggiato da Ermanno Olmi, “Il posto”, si aggiudicò il premio della critica, dando notorietà internazionale al suo autore.
Dopo il suo debutto alla regia con “Il tempo si è fermato”, del 1959, storia incentrata sull’amicizia tra uno studente e il guardiano di una diga, ambientata nell’ isolamento e la solitudine dell’ alta montagna, sulla vetta dell’ Adamello, Olmi con la sua seconda opera descrive con onestà e senso della realtà il mondo del lavoro, non facendo dell’ esplicita denuncia sociale, lasciando lo spettatore a riflettere su quale sia il prezzo che un giovane della provincia lombarda dovrà pagare per aver conquistato il posto fisso.
Il regista bergamasco descrive con semplicità e freschezza l’impatto con la metropoli Milanese di un malinconico ragazzo di Meda, in un percorso di delicata poesia, che si trasforma in una amara disillusione a mano a mano che il giovanotto familiarizza con il mondo impiegatizio della Milano piccolo-borghese degli inizi anni ’60.
Un film chiave dalla filmografia di Ermanno Olmi, che ha dedicato il suo lungo percorso cinematografico fedele alle proprie origini rurali e modeste, privilegiando i sentimenti delle persone “semplici”, il rapporto con la natura, offrendo spesso uno sguardo sulla solitudine e sulle sue conseguenze, da qui la scelta di lavorare con attori non professionisti.
“I miei primi film non sono storie sulla povertà, ma in cui c’è sempre un po’ della storia del nostro paese. Il passaggio delle società contadine a quelle operaie, e da queste alla nuova borghesia. Nel “Il posto” lo si vede nella casa del protagonista, una cascina in cui non si lavora più a terra ed è diventata solo un dormitorio per la gente che va a lavorare in fabbrica in città. Per la gente che vive nelle cittadine della lombardia, intorno alla grande città Milano significa soprattutto il posto di lavoro”
Ermanno Olmi
Il film interpretato da Sandro Panseri, che dopo altre due esperienze come attore abbandonerà definitivamente il mondo del cinema, e da Loredana Detto, che diventerà la moglie di Olmi, madre dei suoi tre figli, ed a lui legata per tutta la vita, ci racconta la storia di Domenico, un ragazzo che vive a Meda, un piccolo comune lombardo, che in pieno boom-economico dei primi anni sessanta, partecipa ad una selezione di lavoro presso una grande azienda di Milano.
Nel corso delle prove a cui viene sottoposto con altri candidati, conosce Antonietta, una dolce ragazza come lui di umili origini e tra i due nasce una timida Intesa fatta di sguardi silenziosi e sorrisi. Entrambi verranno assunti, ma poi assegnati a sedi diverse non frequentandosi più.
Domenico spera di riuscire a rivederla al veglione di capodanno, organizzato dal dopolavoro aziendale, ma lei non si presenta. La morte di un dipendente libera un posto negli uffici e da fattorino riesce ad occupare una scrivania come impiegato, sistemato in un enorme stanzone, dividendo il lavoro con altri colleghi, indifferenti o addirittura ostili verso il nuovo arrivato, che riflette sulla vita che lo attende.
“Bisognerebbe andare a scuola di povertà per contenere il disastro che la ricchezza sta producendo”
Ermanno Olmi
Il treno Meda-Milano, su cui viaggia Domenico termina la sua corsa alla stazione Cadorna, che si affaccia sull’omonima piazza. Il palazzo dell’azienda dove il ragazzo ha il suo colloquio d’assunzione è quello della Edison, in Foro Buonaparte.
La Edison, primaria società produttrice di energia elettrica in Italia, è stata fondamentale nella svolta artistica di Ermanno Olmi. Trasferitosi a Milano per frequentare i corsi di recitazione per Accademia di Arte Drammatica, per mantenersi trova lavoro presso l’azienda, che trova in lui tutte le caratteristiche per affidargli l’organizzazione delle attività creative, affidandogli quelle relative al servizio cinematografico per la realizzazione di filmati dedicati alle produzioni industriali, realizzando, dal 1953 al 1961, numerosi documentari.
Le passeggiate dei due protagonisti si svolgono nelle vie dl centro città, da Foro Bonaparte a Piazza Castello, da Via Dante a Piazza Cordusio, per arrivare anche in Piazza San Babila, all’epoca sventrata dai lavori per la metropolitana milanese.
Due anni dopo “Il posto”, con il quale Ermanno Olmi si aggiudicò il premio David di Donatello, come miglior regista, tornerà a girare a Milano, portando sul grande schermo “I fidanzati”, diretto nel 1963.
Ma questa è un’altra storia…
“A ben Arrivederci”
Joe Denti