Sciopero Rai, i giornalisti si fermano perchè vedono minata la libertà di stampa all’interno del Servizio Pubblico: la situazione in azienda.
La Rai si bocca. Perlomeno in merito all’informazione. Alcune tra le principali sigle di rappresentanza sindacale hanno indetto uno sciopero congiunto dei giornalisti sulle varie emittenti del Servizio Pubblico: il problema – secondo molti esponenti dell’informazione Rai – è la pluralità dei contenuti che starebbe venendo meno in nome di una politica indirizzata anche all’interno delle redazioni.
I cronisti principali delle reti del Servizio Pubblico hanno letto qualche giorno fa un comunicato in cui annunciavano la mobilitazione di oggi e lo stop del servizio: “Preferiamo stare un giorno senza paga che perdere la nostra libertà”. Questioni di principio e non solo: il braccio di ferro con l’azienda non è ancora finito. L’UsigRai inoltra una lettera aperta in cui si dice chiaramente che c’è stato un tentativo di boicottaggio per quanto riguarda le iniziative di stop.
Si legge testualmente: “Pur di tentare di boicottare lo sciopero proclamato dall’Usigrai – a cui ha aderito la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai – i direttori di Tg1 e Tg2 con spirito anti sindacale hanno deciso di mandare in onda le edizioni delle 13.30 e delle 13 con servizi e collegamenti insolitamente lunghi per raggiungere la maggior durata possibile (comunque inferiore a quella consueta). La verità è che così facendo hanno quasi completamente cancellato interi temi e intere notizie come cronaca e economia. Un inganno ai cittadini per mascherare il fallimento del boicottaggio. Pur di dare l’impressione che lo sciopero fosse fallito i direttori di Tg1 e Tg2 hanno concentrato i pochi al lavoro in una sola edizione facendo saltare le altre. Ad ora, ad esempio, al Tg2 su una programmazione prevista di 135 minuti sono andati in onda appena 26 minuti. Al Tg1 su 186 minuti, solo 28″.