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Cultura e Spettacolo

Sanremo 2026, dopo “la fuga dei big” Conti interviene: “E’ difficilissimo, non ci dormo la sera”

Sanremo entra nel vivo e dopo la rivelazione dei big in gara è già scattata la polemica: ma Carlo Conti risponde e non si lascia “intimidire”.

Sanremo 2026 è sempre più vicino, ma siamo davvero appena agli inizi. Eppure il malcontento si percepisce. Dopo l’annuncio dei big in gara non si sono fermate le polemiche che avevano già visto il loro via da qualche settimana, quando alcuni cantanti dati per papabili concorrenti avevano con certezza ufficializzato di non aver inviato nessuna canzone per Sanremo, quindi non sarebbero stati presenti.

Carlo Conti annuncia i big in gara a Sanremo 2026 (RaiPlay) – milano.cityrumors.it

Sul web si è quindi parlato di “fuga dei vip” e con enorme attesa si è aspettato il TG1 di domenica 30 novembre per scoprire chi sarebbero stati gli artisti che nel 2026 si andranno a esibire nella kermesse sanremese. Non tutti però sono soddisfatti delle scelte di Carlo Conti.

Sanremo 2026, la risposta di Conti a chi critica i cantanti in gara

Siamo sinceri, sembra un film già visto: cantanti in gara annunciati, critiche per il cast, un Sanremo super seguito e brani cantanti da tutti. Ogni anno si inizia così, ci si chiede chi sono molti dei big in gara perchè magari non rispecchiano il nostro genere musicale, si critica la scelta dei nomi ma poi alla fine lo spettacolo c’è e i numeri parlano chiaro.

In questi giorni però il malcontento sembra non voler lasciare i social, tra commenti e post, e proprio Carlo Conti allora decide di intervenire, con la sua solita calma, pensiero ben ragionato e tranquillità.

Arisa tra i big in gara Sanremo (RaiPlay) – milano.cityrumors.it

Il dibattito non si è acceso lentamente, è esploso, portando con sé ironie e la sensazione che il pubblico stesse cercando dei riferimenti rassicuranti. Di fronte a tutto questo, il direttore artistico ha mantenuto una posizione distante, quasi impermeabile, spiegando che preferisce seguire un proprio ritmo e non lasciarsi contaminare dall’eco dei social. “Io non leggo niente e non guardo niente“, ha raccontato, ammettendo di ascoltare solo la radio.

Prima di proseguire è giusto ammettere una realtà che molti fingono di ignorare: la parola “big” non significa più ciò che significava una volta. Conti lo ha specificato con un esempio diretto, parlando di generazioni che non condividono gli stessi riferimenti culturali.

Per un adulto può essere rassicurante vedere sul palco Patty Pravo, mentre per un ragazzo il vero divo potrebbe essere Aka7even o Samurai Jay. La distanza tra questi mondi non è un limite, secondo Conti, ma una risorsa. L’energia degli ultimi anni del Festival, secondo lui, deriva proprio dal mettere insieme universi lontani, creando un ponte tra ciò che è familiare per qualcuno e completamente nuovo per qualcun altro.

Conti ha richiamato anche l’esempio di Lucio Corsi, un nome su cui nessuno avrebbe scommesso, diventato poi una presenza decisiva, capace persino di rappresentare l’Italia all’Eurovision. Un caso che ribadisce come il pubblico sia meno prevedibile di quanto molti credano.

Lista cantanti in gara Sanremo 2026 (RaiPlay) – milano.cityrumors.it)

Ed è inutile anche negare quanto, questo “cambio generazionale”, apportato già da Amadeus e criticato anche ai tempi, abbia avvicinato molti più giovani al Festival riuscendo a raggiungere gli ascolti record che ogni anno sembrano in crescita.

Il vero problema, per molti però, non è la presenza dei veterani o degli emergenti, ma l’assenza di quelle figure che fanno esclamare “wow” appena vengono annunciate. Quell’effetto raro, imprevedibile, che dona prestigio e attesa all’intero Festival. Quest’anno, quella scintilla sembrerebbe non essere scattata.

Conti racconta la difficoltà nella scelta dei big in gara

Conti ha raccontato quanto sia complesso selezionare le canzoni che entreranno in gara. Ha parlato di notti interrotte da ritornelli che tornano in mente di canzoni che inizialmente aveva scartato, di dubbi improvvisi e di un istinto affinato da anni di lavoro in radio. Lo racconta a RTL, ammettendo infatti: “E’ difficilissimo, gli ultimi quindici giorni, lo racconto sempre, non ci dormo la sera“.

Le sue parole mostrano un metodo fatto di ascolto quasi maniacale e di quel particolare fiuto che nel suo mondo definisce la differenza tra un brano destinato a restare e uno che svanirà dopo poche settimane. “E’ un bouquet di fiori“, ha detto, riferendosi al cast, sottolineando la volontà di costruire un equilibrio tra tendenze, generi musicali e sensibilità diverse.

Non ci sono poi da ignorare alcune analisi, come quella fatta su MowMag, secondo le quali diversi artisti molto famosi avrebbero mandato canzoni che Conti non ha giudicato sufficientemente forti. A complicare tutto ci sarebbe un clima cambiato rispetto agli anni precedenti: i cosiddetti “cuscinetti”, cioè gli artisti meno noti che servivano a proteggere i più famosi dal rischio di posizioni basse, sono diventati protagonisti. A fine Festival, nella classifica questi artisti andrebbero a superare nomi ben più affermati, creando malumori nel mondo discografico e rompendo equilibri che sembravano consolidati.

L’analisi fatta dalla giornalista Grazia Sambruna su MowMag prosegue, citando anche il legame tra Sanremo e i tour che si sarebbe allentato. L’esempio di Rkomi, costretto a ridimensionare le date dopo un risultato deludente, è diventato un simbolo di questa nuova fragilità. Si parla di concerti spostati, ridotti o cancellati da parte di vari artisti, tra cui Coma_Cose, The Kolors e Bresh. Una serie di segnali che ha generato timore: l’idea che il Festival possa diventare un rischio per chi ha già un grande seguito.