Mercato coperto Crespi, una vera e propria certezza a viale Monza. La stessa che da anni accompagna i residenti: dove mangiare con gusto.
Il mercato coperto Crespi è una certezza a viale Monza. Al numero 54 si è sempre messa la qualità al primo posto: potrebbe risultare una cosa scontata o lapalissiana, ma non lo è. Il mercato a Milano è una rivoluzione: i residenti sono abituati a mangiare in fretta e poco, magari spesso ma senza badare troppo alla sostanza.
Questo non perchè non abbiano gusto, ma perchè la qualità della vita è fortemente cambiata. Si viaggia più velocemente e si vive in maniera frenetica. I ritmi hanno preso un sopravvento diverso sulle nostre vite e anche lavorare con mezzi all’avanguardia non ha agevolato la nostra comodità.
Mercato coperto Crespi: la buona rivoluzione
Serve tutto subito e anche in maniera piuttosto rapida: il tempo non si perde, semmai si acquista. Come? Riuscendo a organizzarsi. Incastrare tutto, però, non sempre è facile. Anzi, il più delle volte è un’impresa. Persino riuscire a concedersi un pranzo, talvolta, può essere un lusso. Il mercato coperto Crespi consente questo e altro. Infatti è sempre pieno: i residenti (e non solo) passano lì a rifocillarsi.
L’unico modo possibile per coniugare rapidità, qualità e cortesia. I lavori di riqualificazione poi hanno aggiunto maggiore lustro a quel che già c’era. Quindi i produttori sono diventati anche esercenti e qualche volta ristoratori. Si può fare la spesa, mangiare e intrattenersi amabilmente con qualcuno grazie alla presenza dei tavoli su cui servire specialità sempre fresche. La rigenerazione urbana dal 1933 ha portato botteghe, osterie e persino una radio di quartiere.
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Il gusto al centro del business
C’è tutto presso le officine del Politecnico di Milano. I posti più consigliati dove passare la giornata sono: La taverna dei terroni, Cunza, la Cantinetta, Macelleria Equina Bariselli e L’impasto. Tutto pronto per godere il massimo possibile tra cortesia, buon gusto e nuove offerte. Anche questo al centro della “Milano da bere” 2.0 che per forza di cose diventa da mangiare. Non solo con gli occhi.