Arriva stasera al Piccolo Teatro Grassi, dove rimarrà fino al 22 dicembre, lo spettacolo “Fine Pena: ora”, scritto dal giudice Elvio Fassone per la regia di Paolo Giordano.
E’ il racconto del rapporto a distanza tra un condannato all’ergastolo per mafia (Salvatore, interpretato da Mauro Avogadro) e il magistrato che ha emesso la sentenza, a cui come detto va il merito del soggetto. I fatti risalgono al 1985: il giovane recluso, il giorno dopo la condanna, riceve una lettera in cella da parte del giudice, assieme a un libro.
E’ l’inizio di una corrispondenza che avrà lunga percorrenza, per 26 anni, nei quali ognuno vive la propria esistenza, l’ergastolano all’interno delle mura carcerarie con gli alti e bassi che ne conseguono, il presidente della Corte d’Assise con la vita di tutti i giorni, fino alla pensione. «Il fascino di questo testo – spiega Avogadro attraverso il sito del Piccolo Teatro – sta nella complicità che si crea tra due persone così diverse, culturalmente e geograficamente, un borghese che diventa “naturalmente” un giudice e un sottoproletario, in una zona geograficamente a rischio, che diventa altrettanto “naturalmente” un mafioso.
Accanto all’esplorazione di umanità tanto differenti sta l’interrogativo, pressante, sul senso della pena: il carcere potrà mai essere riabilitativo?».