Addio al tram di Milano. Lo storico mezzo diventerà un pezzo unico all’interno del Museo della Scienza e della Tecnica.
Altro giro, altra corsa. L’ultima per lo storico tram di Milano che in questi ultimi giorni correrà per le strade prima del congedo definitivo. Su rotaia la storia del Comune meneghino: a far compagnia a tutti, con le loro vite e le corrispettive possibilità. Mistero, capacità, amore, sorpresa e qualche lacrima.
Stavolta si piangerà solo dalla commozione perchè dal prossimo mese lo troveremo esposto senza nessun uso concreto. La scritta Museo delle Scienze al posto del capolinea rispecchia un tempo ormai passato. L’innovazione, però, fu talmente importante da non risultare scontata. Se ancora oggi si parla di trasporto a carrelli, il merito è di questi tram.
Nello specifico sull’1 hanno fatto le foto (anche qualche selfie nel periodo più recente) anche tanti vip. Il tram nella fattispecie era andato a sostituire il suo antenato (soprannominato gamb de legn) con un colore più acceso per dare l’impressione che il progresso fosse arrivato. Tinto di arancione.
Dopo 97 anni di onorato servizio saluta anche lui: ora sarà possibile vedere altro, ma come ricorda Fiorenzo Marco Galli, Direttore del Museo della Scienza e della Tecnica – dove finirà il mezzo – si è trattato della prima forma di mobilità sostenibile e anti-spreco. Lo testimoniano, se non bastassero le storie dei passeggeri, anche i comandi in ottone panche in legno. Poi tanto ferro e plastica. Senza contare l’obliteratrice manuale.
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Tante cose che hanno tenuto compagnia cittadini per quasi un secolo da sembrare scontate. Ora non ci saranno più: o meglio si potranno ammirare, ma come si guarda una cartolina ingiallita senza lasciarsi trasportare dalla malinconia. Conservando, semmai, solo la gioia dei ricordi. Quel tram non è solo chiamato desiderio, per citare i grandi classici, ma è anche fonte di nostalgia. In attesa del prossimo giro.