Si è concluso con una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione il processo per direttissima a un trentacinquenne originario del Marocco che il 27 febbraio scorso aggredì con un pugno una guardia, cercando di prendergli la pistola. Invano, per fortuna, perché attorno a lui c’erano in quel momento altri tre agenti che gli hanno impedito sia continuare la sua aggressione, che di prendere l’arma.
Il giudice Veronica Tallarida ha emesso oggi la sentenza per l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. A pena espiata l’uomo verrà espulso dal Paese. Durante l’udienza di convalida aveva chiesto scusa al giudice per il suo gesto, compiuto durante un’altra udienza in cui era accusato di spaccio di stupefacenti all’interno del carcere in cui già era recluso.
La guardia colpita dall’aggressione aveva persino perso i sensi, prima di andare in ospedale ed essere prontamente dimesso.