Lo studente 16enne accoltellato ieri mattina da un 18enne presso l’istituto professionale di Pieve Emanuele, ha provato a difendersi dall’aggressione violenta. La ricostruzione dell’accaduto e i commenti del vicesindaco
L’autore dell’accoltellamento allo studente della scuola per cuochi, pasticceri e direttori di sala Afol di Pieve Emanuele, nel milanese, è stato arrestato subito dopo l’aggressione al 16enne con l’accusa di lesioni personali aggravate. Il fermo è avvenuto in brevissimo tempo poiché la brutale aggressione è avvenuta nella sede dell’Istituto professionale dove si trova anche il comando della polizia locale.
I poliziotti intervenuti solo pochi attimi dopo il fatto non solo hanno contribuito a salvare la vita allo studente 16enne di Vernate ma, grazie alle telecamere di videosorveglianza che controllano l’intero territorio cittadino, hanno individuato subito l’autore, il 18enne di Rozzano. Il giovane è stato rintracciato immediatamente e fermato dai carabinieri della stazione di Pieve e della compagnia di San Donato.
La dinamica
L’accoltellamento è avvenuto qualche minuto prima delle 14.30 di ieri, martedì 6 febbraio, in via Gigli 7, all’ingresso del centro di formazione professionale per cuochi gestito da Afol Metropolitana. Secondo quanto si apprende pare che l’aggressore e la vittima precedentemente avessero già avuto alcune litigate nate a causa di una ragazza. La discussione tra il 18enne e il 16enne sarebbe poi proseguita anche sui social tra minacce e affronti.
Lo studente di 16 anni è stato raggiunto da un unico fendente alla gamba, sferrato con un coltello da cucina. L’arma del delitto sarebbe stata buttata dallo stesso autore del gesto in un cestino di fronte all’istituto professionale. Sarebbe stato lo stesso aggressore, una volta fermato dai carabinieri, a indicare dove fosse il coltello.
Il 18enne di Rozzano, che non frequenta quella scuola come studente, dopo aver accoltellato il rivale in amore, è scappato cercando di far perdere le proprie tracce, ma è stato rintracciato dai militari e accompagnato in caserma. Interrogato, avrebbe ammesso lui stesso i dissapori nati con il ragazzo nelle precedenti liti. La vittima, ha cercato di difendersi dall’aggressione ma senza riuscirci. Il suo aguzzino ha sferrato il colpo con ferocia non lasciando scampo alla giovane vittima.
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I commenti sull’aggressione
Dopo il drammatico accoltellamento, le reazioni della comunità di Pieve Emanuele sono state di shock e paura per le sorti della giovane vittima. Erminia Paoletti, vicesindaco della cittadina milanese, ha riferito come riporta anche il Giorno: “Siamo vicini al ragazzo e alla sua famiglia e la notizia arrivata che sarebbe fuori pericolo ci ha reso tutti felici, anche se resta forte la preoccupazione per quello che sta accadendo”.
Il ruolo degli agenti della polizia locale è risultato fondamentale nel tamponare l’emorragia dello studente. Poi, la vicesindaco continua dicendo: “La scuola è estranea a questo gravissimo episodio. Qui Afol sta facendo un ottimo lavoro, ma ovviamente dovremo intervenire per dare un supporto agli studenti, circa 200, molti dei quali inevitabilmente sono rimasti sconvolti. Il sindaco, la giunta e l’amministrazione tutta sono vicini al giovane studente e alla sua famiglia. E siamo vicini anche ad Afol e alla direzione della scuola che sta vivendo questi momenti angoscianti, a cui dobbiamo solo riconoscere i meriti per la dovuta attenzione che da sempre dimostra verso la scuola e gli studenti tutti”.
Anche Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza, ha detto la sua sulla vicenda accaduta ieri: “Basta indulgenza nei confronti di giovani che vanno trattati come delinquenti, quali sono. Le colpe possono essere della società, delle famiglie o dell’ambiente in cui sono cresciuti, ma bisogna prendere atto della triste realtà: abbiamo a che fare con giovani, spesso giovanissimi, difficilmente recuperabili. Questo non vuol dire che bisogna interrompere i percorsi formativi che sensibilizzano i ragazzi contro la violenza in ogni sua forma. La scuola e le famiglie devono collaborare e impegnarsi seriamente, senza falso buonismo, per colmare il vuoto educativo di una società che raramente dà esempi positivi ai ragazzi. I rapper che inneggiano alla violenza e che si vantano di fare uso di stupefacenti e di girare armati non possono essere il punto di riferimento delle giovani generazioni. Male fanno i media a dare loro spazio”.