Spaccio di droga: arrestati 17 pusher tra Milano e Varese. Il linguaggio criptato per vendere la roba

E’ stata smantellata dalla Polizia di Stato l’organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga attiva tra Milano e Varese. In manette 17 pusher. Per non farsi scoprire chiamavano gli stupefacenti: “miele”, “pizza”, “baguette” o “medicina”. Ecco come agivano

L’operazione della Polizia di Stato di Busto Arsizio, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Milano, ha portato all’arresto, attraverso l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale, 17 persone, tutte appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti tra Milano e Varese.

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Spaccio di droga, arrestati 17 pusher tra Milano e Varese. L’indagine della Polizia (ansa) milano.cityrumors.it

Dei 17 spacciatori, 9 sono in carcere e 8 sono finiti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Tutti sono iscritti nel registro degli indagati per il reato di spaccio di droga. Gli arresti emessi ieri mattina, 22 gennaio 2024, arrivano al termine di una delicata e complessa indagini avviata circa un anno fa dagli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato di via Foscolo, diretti dalla Procura di Busto Arsizio.

L’indagine

L’indagine seguita dagli agenti di Polizia, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, ha permesso di smantellare la banda criminale dedita al trasporto e alla vendita di droga. In particolare cocaina, hashish e marijuana venivano vendute nei dintorni di Busto Arsizio e nei comuni limitrofi della Valle Olona.

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Spaccio di droga, arrestati 17 pusher tra Milano e Varese. L’indagine della Polizia (ansa) milano.cityrumors.it

Ma l’attività di spaccio travalicava i confini locali arrivando anche nel milanese, nel novarese, nel monzese, nell’alto verbano e torinese, fino a giungere in Veneto, Lazio, Umbria ed Emilia-Romagna.

I fratelli “rideres”

Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, i poliziotti nel monitorare l’attività di spaccio da Busto Arsizio hanno individuato inizialmente una coppia di fratelli di origini marocchine residenti nel comune della Valle Olona che, per conto di terze persone, svolgevano il lavoro di “riders” trasportando a bordo di automobili dotate di appositi nascondigli, considerevoli quantitativi di droga.

I due fratelli nordafricani sono stati fermati nel corso delle indagini dagli investigatori con la collaborazione degli agenti di Polizia territorialmente competenti nelle zone di Piacenza e del Verbano-Cusio-Ossola mentre trasportavano oltre un chilo e mezzo di cocaina.

La filiera della cocaina e i trafficanti di hashish

Dalla cattura dei due “riders” è stato poi possibile ricostruire l’intera filiera criminale divisa in due parti ben precise: la “filiera” della cocaina che dai fornitori arrivava ai pusher che, presa la droga, la rivendevano alla propria cerchia di clienti.

Inoltre, durante le indagini è emerso anche un gruppo di trafficanti i quali erano impegnati nel commercio e nei movimenti di consistenti quantità di hashish e marijuana. Come riporta il Corriere della Sera, per eludere i possibili controlli della polizia, i trafficanti indicavano le sostanze stupefacenti con nomi in codice come “pizze”, “baguette”, “cariole”, “medicina”, “miele”.

L’intera organizzazione illegale era composta da pregiudicati nordafricani domiciliati in comuni della Valle Olona ma si avvaleva, per i suoi traffici illeciti, anche di collaboratori albanesi e italiani.

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Il sequestro

Durante l’attività d’indagine gli agenti hanno sequestrato in diverse operazioni circa 40 chili di hashish, 5 chili di marijuana e altre 200 grammi di cocaina. Contestate anche i movimenti per altri 90 kg di hashish e di almeno 4 kg di cocaina.

Ad altri indagati è stato attribuito il sequestro avvenuto a marzo dello scorso anno a Cesate, provincia di Milano, di una partita di ben 115 chili di hashish. In questo caso il quantitativo di droga era nascosto a bordo di una vettura parcheggiata nel garage di un condominio.

Il carico di sostanza stupefacente è stato scoperto dopo che alcuni condomini avevano chiesto l’intervento della Polizia di Stato sospettando la presenza di ladri nei box, non sapendo che, in realtà si trattava di un gruppo di trafficanti che, proprio in quel momento, stavano cercando di rubare la merce alla concorrenza.

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