Il giorno del giudizio è arrivato. Oggi, 18 gennaio 2024, prende il via il processo nei confronti del reo confesso Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna incinta al 7° mese di gravidanza, Giulia Tramontano. Le lacrime del reo confesso: “Sono stato disumano”
Nella giornata di oggi, giovedì 18 gennaio, è iniziato il processo con giudizio immediato nei confronti del 30enne Alessandro Impagnatiello. Il barman accusato di aver ammazzato con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi del figlio Thiago. Il cruento omicidio è avvenuto all’interno della casa che la coppia condivideva a Senago, nell’hinterland milanese.
L’uomo ha confessato di aver assassinato la 29enne ed è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dal vincolo di convivenza. Ma non solo, è altresì accusato anche di aver provocato l’interruzione non volontaria di gravidanza e dell’occultamento del cadavere della donna.
Chi era presente in aula
Il killer di Giulia Tramontano, Impagnatiello, questa mattina alle 9.30 era presente in aula alla prima udienza nel processo che lo vede imputato per omicidio volontario aggravato. In aula a presenziare anche i familiari della vittima: il fratello e la sorella di Giulia.
Detenuto nel carcere di San Vittore a Milano, Impagnatiello è arrivato accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria. Lo sguardo basso, la testa abbassata, barba lunga. Il barman indossa un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. Entrato in aula, ha preso posto sulla panchina posta nella gabbia dell’aula della prima Corte di Assise.
A difendere il barman le due avvocate, Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia. L’uomo rischia una condanna all’ergastolo. Dunque, il team di legali potrebbe puntare tutto sulla perizia psichiatrica del loro assistito. In base ad alcune indiscrezioni emerse negli ultimi giorni, nella lista dei testimoni della difesa ci sarebbero due dottori: uno psichiatra e uno psicologo.
La mossa del legale della famiglia Tramontano
Proprio per evitare che ad Alessandro Impagnatiello possa essere permessa una perizia psichiatrica che potrebbe, se accettata, portare a uno sconto di pena, evitando al 30enne l’ergastolo, l’avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, Giovanni Caccipauoti, ha nominato due psichiatri, Salvatore De Feo e Diana Galletta.
L’intenzione del legale è di ribattere alla possibilità che per il barman si punti su un vizio di mente. L’avvocato Cacciapuoti, come ha dichiarato a Fanpage: “Dal punto di vista normativo anche solo una di queste aggravanti potrebbe giustificare la pena massima. Quindi evidentemente sì, domanderanno la perizia per provare il vizio di mente”.
Poi il legale conclude dicendo: “Non sappiamo ancora se avanzare la richiesta all’inizio del processo o durante il suo svolgimento. Così, vista la lista testimoniale di Impagnatiello, anche noi domanderemo alla Corte di autorizzarci alla citazione dei nostri due consulenti”. Intanto la famiglia di Giulia Tramontano auspicano che la “condotta sia sanzionata come merita”.
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Il Comune di Sanago
In aula presente anche l’ex pm siciliano Antonio Ingroia, che rappresenta il Comune di Senago, come parte civile nel processo. Prima di varcare la soglia dell’aula della prima Corte D’assiste, l’avvocato Ingoria si è trattenuto con i cronisti spiegando, come riporta l‘ANSA: “E’ una scelta importante e coraggiosa quella del Comune di chiedere di essere parte civile. I cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta”.
Poi ha concluso dicendo: “È evidente la premeditazione lucida e spietata del 30enne. E’ un esempio di brutalità. E’ come per le condotte mafiose, c’e stata da parte sua la precostituzione di impunità…Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c’è stata lucidità nell’intento criminale”.
Le lacrime di Impagnatiello: “Sono stato disumano”
Nella seconda parte del processo l’ex barman Alessandro Impagnatiello ha rilasciato dichiarazioni spontanee scusandosi con tutte le persone per l’abominevole reato commesso aggiungendo, come riporta il Corriere della Sera: “Chiedo scusa. lo devo principalmente a Giulia. Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io perché, anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo, in un giorno ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo”.
Mentre il 30enne parlava tra le lacrime, la sorella di Giulia, Chiara e il padre, hanno lasciato l’aula. Impgnatiello ha poi continuato dicendo: “Sono stato disumano, di una disumanità incredibile, non so perché. Non chiedo che queste scuse vengano accettate perché sto sentendo ogni giorno quello che vuol dire perdere un figlio, non posso chiedere perdono. Sono completamente perso. L’unica cosa che io oggi faccio la sera è sperare di non svegliarmi più la mattina. Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui”.