Un colpo lo ha raggiunto a una spalla mentre stava suonando sul palco, Simone Maffei, chitarrista della band Burial of Babylon racconta l’episodio: “Ho sentito un bruciore, poi il sangue”
Dopo una settimana dai fatti, il 31enne Simone Maffei, chitarrista dei Burial of Babylon, ancora non riesce a crederci: raggiunto da un proiettile di piombo esploso con un’arma ad aria compressa mentre stava esibendosi insieme alla sua band nel cortile del castello di Bereguardo, nel Pavese.
Un colpo che lo ha preso alla spalla. “Mi hanno sparato mentre ero sul palco”. Sconosciuto ancora il movente del violento gesto e chi ha premuto il grilletto. Diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti. Il racconto agghiacciante della vittima.
E’ la serata del 28 luglio scorso quando sul palco Maffei suona sul palco al concerto nel castello di Bereguardo, provincia di Pavia. Tra il pubblico nessuno si è accorto di nulla e dell’accaduto non si sono avute notizie certe fino a ieri, domenica 4 agosto, quando il 31enne, vittima della sparatoria, ha raccontato quel che gli era successo pubblicamente.
Ma andiamo con ordine. Sono le 23.30 di domenica e, Simone Maffei, racconta a il Giorno i fatti: “Stavamo suonando il secondo pezzo della scaletta quando ho avvertito un colpo. Una sensazione strana, come se avessi ricevuto una “manata“ che mi ha spostato la spalla. All’inizio ho pensato che fosse stato un grosso insetto e ho continuato a suonare. Arrivati al quarto brano avevo un bruciore sempre più forte alla spalla, ho messo la mano sotto la maglietta e l’ho trovata imbrattata di sangue.
A quel punto ho capito che non poteva essere la puntura di un insetto, ma ho continuato ugualmente a suonare. Anche perché non volevo provocare il panico: nessuno si era accorto di nulla, ed era meglio così”. Finito il concerto, il chitarrista si rivolge agli organizzatori per farsi medicare. Successivamente va in ospedale, il piombino si era conficcato nella spalla.
Nel racconto, Maffei continua dicendo: “Sono arrivato al Pronto soccorso del Policlinico che era circa l’una e mezza di notte. I medici hanno verificato che avevo un “bossolino” nel muscolo sotto la scapola destra. Lo hanno estratto e ho visto che aveva la forma di una clessidra. Non sono un esperto, di lavoro faccio lo sviluppatore di software”.
“Mi hanno spiegato che è un tipo di bossolo usato per le armi ad aria compressa. Presumo che non fosse un’arma potente, visto che il proiettile si è conficcato nel muscolo e non lo ha perforato. Ma poteva andarmi molto peggio: sono stato colpito a soli due centimetri dall’arteria. Me la sono cavata con 15 giorni di prognosi e tre punti di sutura”.
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Direttamente dall’ospedale, dopo essere stato curato dai sanitari, il chitarrista sporge denuncia dal posto di polizia del nosocomio e, nel pomeriggio del giorno successivo – lunedì 29 luglio – Maffei si dirige verso la Questura presentando querela definitiva. Il 31enne, continua dicendo:
“So che il bossolo è alla balistica per le analisi, le sono indagini in corso. Spero proprio che riescano a individuare il responsabile: abbiamo anche lanciato un appello a chi era presente al concerto per consegnare foto e video alla polizia”. Sull’ipotesi del movente il musicista risponde che, molto probabilmente, non pensa che fosse lui il vero obiettivo dell’aggressore.
“Gli organizzatori ci hanno detto che alcuni cittadini di Bereguardo si lamentano per la musica ad alto volume. Dalle proteste a sparare verso il palco, però, c’è una bella differenza. Non sappiamo neppure se siano stati esplosi più colpi: sul palco non sono stati recuperati altri bossoli. La band che aveva suonato prima di noi ha trovato un foro in un piatto della batteria, sono in corso le indagini”.