Una data da segnare perchè a rischio l’intera giornata di trasporti che potrebbe causare problemi per chi viaggia o si reca a lavoro.
Concluso appena lo sciopero della giornata del 12 dicembre, c’è già una data da segnare sul calendario per il prossimo che sarà il primo del nuovo anno. E avrà una durata non indifferente.

Dopo la protesta generale, tra un mese esatto sarà previsto un nuovo sciopero che riguarda una categoria specifica: il personale Trenord. Avverrà dunque il 12 gennaio, sarà per 23 ore e riguarderà il Nord Italia. Vediamo i dettagli.
12 gennaio 2026: 23 ore di sciopero
Una data che sembra lontana, ma che in realtà incombe. Per chi ogni giorno dipende dai mezzi pubblici, è fondamentale conoscere il quando e la durata degli scioperi.
Il calendario del nuovo anno non è ancora iniziato e già porta con sé un segnale chiaro. Dopo settimane segnate da proteste e disagi, il mondo dei trasporti si prepara a un nuovo stop. Un’interruzione lunga, capace di incidere su un’intera giornata lavorativa. E questa volta riguarda uno dei nodi ferroviari più utilizzati del Nord Italia.

Lunedì 12 gennaio non sarà un giorno come gli altri per chi utilizza i treni regionali lombardi. Lo sciopero annunciato coinvolgerà il personale di Trenord e si protrarrà per 23 ore consecutive, trasformando una normale giornata feriale in un percorso a ostacoli per migliaia di pendolari.
Dalle prime ore del mattino fino alla notte inoltrata, le corse ferroviarie rischiano di subire cancellazioni, ritardi e variazioni improvvise. Il blocco scatterà alle 3 del mattino e si concluderà solo alle 2 del giorno successivo, lasciando scoperta quasi l’intera finestra degli spostamenti quotidiani.
Non si tratta di un disagio limitato a poche ore, ma di una sospensione che tocca l’ossatura stessa della mobilità regionale. Studenti, lavoratori, viaggiatori occasionali e turisti dovranno fare i conti con una rete ferroviaria fortemente ridotta, in un giorno che, essendo feriale, concentra normalmente il massimo flusso di passeggeri.
Le ragioni dietro lo stop e le conseguenze concrete
Alla base della protesta c’è una frattura mai sanata tra azienda e lavoratori. Il sindacato che ha proclamato lo sciopero parla apertamente di problemi irrisolti, che spaziano dalle condizioni di lavoro alle questioni economiche, passando per un dialogo che, secondo i rappresentanti dei dipendenti, si è progressivamente interrotto.
Non è una protesta improvvisa né isolata. Arriva dopo mesi di tensioni e segue a breve distanza un’altra grande mobilitazione nazionale. Il segnale è chiaro: il 2026 si apre con una vertenza ancora aperta, che rischia di ripercuotersi a lungo sulla qualità del servizio.
Come accade nei giorni feriali, saranno previste fasce orarie di garanzia, pensate per limitare l’impatto sui pendolari nelle ore più delicate. I dettagli ufficiali, però, non sono ancora stati comunicati, e questa assenza di certezze alimenta ulteriormente l’ansia di chi deve organizzare spostamenti, coincidenze, orari di lavoro e rientri.
Anche il collegamento con l’aeroporto di Malpensa subirà variazioni, con l’attivazione di servizi sostitutivi in auto per cercare di contenere i disagi. Una soluzione parziale che, come spesso accade, non riesce a compensare del tutto l’assenza dei treni.





