Sovraffollamento delle celle, mancanza di agenti di polizia penitenziaria. Il quadro dipinto dal presidente e vicepresidente della sottocommissione carceri dopo il sopralluogo al carcere San Vittore di Milano è devastante
Troppi detenuti e pochi agenti penitenziari. A Milano, nel carcere di San Vittore la situazione che si profila è alquanto drammatica. A rivelarlo, dopo il sopralluogo effettuato ieri, mercoledì 21 febbraio nella casa circondariale milanese sono Daniele Nahum e Alessandro Giungi, presidente e vicepresidente della sottocommissione carceri.
Quello che balza subito agli occhi, secondo il rapporto stilato da Nahum e Giungi è il sovraffollamento delle celle in cui sono costretti a vivere i detenuti: “In pochi metri quadrati, ammassati, fino a 8 persone”. La situazione è invivibile e a gestire il tutto, solo pochi agenti.
Dopo il controllo nel carcere di San Vittore avvenuto ieri, mercoledì 21 febbraio 2024, la situazione raccontata e portata alla luce dalla sottocommissione carceri è assurda: “Il primo aspetto che balza agli occhi più degli altri è relativo al livello di sovraffollamento: una struttura che potrebbe ospitare meno di 800 persone detenute è oggi arrivata a 1130”.
L’inevitabile risultato, spiegano il presidente e il suo vice è che: “in celle di pochi metri quadrati si è costretti ad ammassare fino a 8 persone”. A tale situazione si aggiunge anche quella della carenza del personale addetto, ovvero di agenti di polizia penitenziaria, decisamente troppo pochi per far fronte al sovraffollamento dei carcerati.
Daniele Nahum e Alessandro Giungi hanno affermato, così come riportato anche da Il Giorno: “Gli agenti di polizia penitenziaria sono sotto soglia di almeno 200 unità”. I poliziotti, inoltre “sono chiamati a relazionarsi con 600 persone detenute prese in carico dal Serd per dipendenze da droga e alcol, oltre che 200 detenuti con diagnosi psichiatrica“.
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Nahum e Giungi, dopo il sopralluogo hanno dichiarato che “San Vittore è lo specchio delle carceri italiane come pensate da questo Governo: strapiene di persone che dovrebbero essere curate per malattie psichiatriche e per dipendenze ma invece la sanità penitenziaria è sempre più sguarnita di medici e strutture adeguate, con pochi agenti di Polizia Penitenziaria che si immolano in turni massacranti e che sono chiamati a un lavoro delicatissimo di mediazione e di controllo“.
In ultimo, i due hanno concluso spiegando: “La politica del Governo di introdurre nuovi reati, di aumentare le pene e di abbandonare a sé stesse le carceri, sguarnendole di agenti, operatori sociali e medici è da considerarsi una vergogna umana, sociale e politica”.