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Cronaca

Pranzo di Pasquetta in agriturismo, in 6 scappano senza pagare il conto. Lo sfogo del titolare sui social

Hanno prenotato in 10 e si sono presentati solo in 6 per il pranzo di Pasquetta in un agriturismo di Magenta (Milano) e una volta terminata l’abbuffata sono fuggiti via senza pagare il conto. Lo sfogo del proprietario sui social: “Questo ci lascia offesi e demoralizzati”

Un conto di 400 euro non saldato. La rabbia e la frustrazione del proprietario dell’agriturismo Cascina Pietrasanta di Pontevecchio, frazione di Magenta, periferia di Milano, è molta quando si sono resi conto che i sei clienti erano scappati via senza pagare. Succede il giorno di Pasquetta, a pranzo.

Pranzo di Pasquetta in agriturismo, dopo aver mangiato scappano in 6 senza pagare il conto. La rabbia del titolare sui social (@facebbok.it) milano.cityrumors.it

I titolari della Cascina affidano a Facebook il racconto della loro disavventura e spiegano in un post che, insieme a tutti gli altri dipendenti, si sono sentiti presi in giro da persone maleducate e disoneste, che “avevano prenotato un tavolo da 10, ma si sono presentati solo in sei e per di più senza saldare”.

Lo sfogo social

I proprietari dell’agriturismo Cascina Pietrasanta di Pontevecchio, piccola frazione del comune di Magenta, nel milanese hanno deciso di raccontare sui social la triste storia di cui sono stati vittime il giorno di lunedì 1° aprile, a Pasquetta. Quello che è accaduto non è stato un pesce d’aprile, purtroppo, ma la sconcertante verità di sei clienti ovviamente senza scrupoli.

Pranzo di Pasquetta in agriturismo, dopo aver mangiato scappano in 6 senza pagare il conto. La rabbia del titolare sui social (@facebbok.it) milano.cityrumors.it

Nel post di denuncia su Facebook, come riporta anche la Repubblica, i titolari scrivono: “Non possiamo accettare nella maniera più assoluta che un tavolo da dieci persone, per cui se ne sono presentate solamente sei, non ci abbia pagato il conto, andandosene e non rispondendo alle numerose chiamate da parte nostra”.

“Ecco, questo ci lascia davvero offesi e demoralizzati. Grazie a Chiara M. e ai suoi amici per essere venuti e aver trascorso un bel pomeriggio da noi, senza aver avuto il minimo rispetto per chi li ha fatti stare bene”. Quello che ha ferito di più i proprietari dell’agriturismo, si legge ancora nel post: “Non è tanto per la questione dei soldi, ma proprio per l’assoluta mancanza di rispetto verso chi come noi dedica tutti i giorni di festa per far stare bene gli altri, sacrificando spesso anche i propri rapporti familiari. Questo fa molto male. Scusate per lo sfogo da parte di tutto lo staff”.

Altri casi di disonestà

Al di là dell’immensa perdita economica derivata da quella che potremmo catalogare come una vera e propria truffa, altri episodi di disonestà – raccontano i proprietari dell’agriturismo immerso nel verde del Parco del Ticino – si sono sommati quello stesso giorno di Pasquetta.  Sempre nella giornata di lunedì 1° aprile, infatti, “abbiamo avuto due tavoli che non si sono presentati e più di 20 persone mancanti dai tavoli presenti. E questo accade spesso, pertanto ci siamo anche quasi abituati”.

Si tratta del cosiddetto “no show”, una pratica di malcostume sempre più diffusa in Italia che crea grandi disagi a molti ristoratori. Il commento del titolare dell’agriturismo in merito è chiaro: “Una chiamata per avvisare di una disdetta farebbe sempre bene, onde evitare di sprecare il cibo già preparato”.

Al post social che dal giorno della pubblicazione sta accumulando centinaia di visualizzazioni e sostegno i commenti degli utenti non mancano. Tra i molti, un utente scrive: “Questo è lo specchio di una società in cui non viene insegnato il valore del rispetto e dell’educazione”. Altri manifestano solidarietà ai gestori della Cascina sottolineando: “ci sono tante persone che vi stimano e rispettano il vostro lavoro”. Molte le persone indignate dopo il racconto del proprietario. Alcuni chiedono nome e numero di telefono del cliente truffaldino. Il gestore risponde loro che per questioni di privacy non può divulgare nulla anche “se andrebbe fatto!”.