Chi è Ottavia Piana, la speleologa intrappolata nella grotta Bueno Fonteno | Le  operazioni di salvataggio

È una speleologa di 32 anni la donna intrappolata nella profonfissima grotta Bueno Fonteno, nella Bergamasca, i soccorritori al lavoro da quasi due giorni per riportarla in superficie

“Dite al mio fidanzato che sto bene… vi aspetto”. Sono le prime cose che Ottavia Piana speleologa di 32 anni originaria di Adro (Brescia), è riuscita a dire ai soccorritori che si sono messi in contatto con lei dopo un incidente che la vede bloccata nell’abisso della grotta Bueno Fonteno, una delle più profonde della Lombardia.

Speleologa Ottavia Piana
Ottavia Piana, 32 anni, la speleologa infortunata in una foto social – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Situata sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo la grotta è da tempo oggetto di studi che speleologi e specialisti stanno affrontando con missioni mirate. L’incidente è avvenuto proprio durante una di queste operazioni.

Ottavia Piana, la speleologa infortunata

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri, sabato 14 dicembre, durante una spedizione esplorativa organizzata dal Gruppo Speleo Cai di Lovere nell’ambito del Progetto Sebino, finalizzato alla mappatura di aree carsiche ancora inesplorate.

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Secondo le ricostruzioni, Ottavia Piana sarebbe scivolata durante la discesa in un cunicolo particolarmente stretto, riportando gravi ferite, tra cui fratture al volto, al torace e agli arti inferiori. Bloccata a circa quattro ore di cammino dall’uscita, la sua posizione rende estremamente complessa ogni operazione di soccorso.

L’intervento dei soccorritori

L’allarme è stato lanciato dai suoi stessi compagni di spedizione intorno alle 22.30 di sabato sera. Dopo aver percorso il lungo tragitto necessario per risalire, gli speleologi riemersi in superficie, hanno contattato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), supportati da squadre provenienti da diverse regioni italiane, tra cui Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Liguria. Al lavoro anche numerose squadre di carabinieri e vigili del fuoco specializzate.

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“Stiamo lavorando con attrezzature professionali e personale specializzato per garantire la sicurezza di Ottavia e dei soccorritori”, ha detto Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale del soccorso speleologico.

La corsa per salvare la speleologa intrappolata

Le operazioni prevedono l’utilizzo di microcariche esplosive per ampliare i passaggi più stretti della grotta, consentendo il transito della barella che sarà necessaria per riportare in superficie Ottavia. Il primo soccorso in considerazione delle sue ferite e fratture, la cui gravità è ancora da accertare, è sicuramente l’aspetot più urgente.

“I tempi del salvataggio rimangono incerti, ma la nostra priorità è procedere in sicurezza” ha aggiunto Guiducci.

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Nella mattinata di oggi un team medico composto da due dottori e due infermieri è riuscito a raggiungere Ottavia per fornirle la prima assistenza. Immobilizzata e stabilizzata, la speleologa ha rassicurato i soccorritori sulle sue condizioni e ha chiesto di avvisare il fidanzato che sta bene. Ora si tratta di riportarla a casa. Operazione non priva di incertezze che richiederà tempo e attenzione.

Speleologa Ottavia Piana
Le forze di soccorso speleologico al lavoro – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Una grotta già nota a Ottavia Piana

La grotta Bueno Fonteno non è nuova per Ottavia Piana, che già nel luglio 2023 aveva vissuto un’esperienza simile nello stesso complesso carsico. Durante un’esplorazione, una caduta a 150 metri di profondità le aveva provocato una frattura a una gamba. All’epoca, il suo salvataggio aveva richiesto 40 ore di lavoro e coinvolto 72 soccorritori, ostacolati dalla pioggia e dalla complessità del percorso.

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Nonostante l’incidente, Piana aveva ripreso le sue attività speleologiche con grande determinazione, dedicandosi all’esplorazione del reticolo carsico dell’Abisso Bueno Fonteno, una cavità scoperta solo nel 2006 e ancora in fase di studio in un lavoro di mappatura gigantesco e, come si è visto, non esente da rischi.

La sfida per il recupero

Le operazioni di salvataggio in grotta sono in assoluto tra le più difficili e delicate. Richiedono una pianificazione accurata, attrezzature all’avanguardia e il coordinamento di numerosi esperti. Nel caso di Ottavia Piana, la complessità è amplificata dalla necessità di ampliare alcuni passaggi della grotta e dalla posizione remota in cui si trova la speleologa.

“Ogni passaggio richiede tempo e precisione”, spiegano i soccorritori, che lavorano incessantemente per garantire il successo dell’operazione. Intanto, la comunità di Adro e il mondo speleologico seguono con apprensione gli aggiornamenti, sperando di vedere Ottavia riportata in superficie al più presto.

 

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