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Cronaca

Omicidio Sofia Castelli, per l’ex fidanzato niente ergastolo. Le motivazioni dei giudici

I giudici della Corte d’Assise di Monza hanno emesso il loro verdetto sull’ex fidanzato di Sofia Castelli, uccisa con 8 coltellate nel sonno. Niente ergastolo per il 23enne Zakaria Atqaoui. La rabbia dei familiari della 20enne

Per i giudici della Corte d’Assise di Monza Zakaria Atqaoui ha ucciso “con coscienza e volontà” Sofia Castelli e per questo il 23enne italo-marocchino che all’alba del 29 luglio scorso ha ucciso con 8 coltellate la ex fidanzata 20enne nel sonno, merita le attenuanti generiche ed evita l’ergastolo.

Omicidio Sofia Castelli, niente ergastolo per l’ex fidanzato che l’ha uccisa con 8 coltellate. La rabbia dei familiari della vittima (milano.cityrumors.it / ansafoto)

La motivazione della Corte, presieduta da Carlo Ottone De Marchi e con il collega Guglielmo Gussoni, risiede anche nel comportamento dell’imputato ritenuto, a loro dire, “collaborativo” per la sua giovane età. La rabbia della famiglia della vittima che non trova, nella condanna emessa, giustizia per la giovane ragazza.

Niente ergastolo per il killer

Non merita l’ergastolo il 23enne imputato per l’omicidio della 20enne Sofia Castelli. Le motivazioni scritte nero su bianco dalla Corte d’Assise di Monza specificano che l’assassino “risulta incensurato e alla prima esperienza giudiziaria”, ma anche per la sua storia familiare, apparsa “particolarmente disagiata e difficile”.

Omicidio Sofia Castelli, niente ergastolo per l’ex fidanzato che l’ha uccisa con 8 coltellate. La rabbia dei familiari della vittima (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Zakaria Atqaoui, senza una famiglia alle spalle, è in carcere per l’omicidio volontario aggravato da premeditazione, futili motivi e uso del mezzo insidioso, ovvero quello di nascondersi nell’armadio di casa della giovane vittima per tenderle l’agguato mortale. Ma il ragazzo è stato condannato a 24 anni di reclusione e non all’ergastolo.

Alla lettura della sentenza in aula erano partite proteste, lacrime e rabbia. Ma per la Corte Atqaoui, che spinto “da fortissima e ingiustificata gelosia ha ucciso con efferatezza una ragazza giovanissima all’inizio della carriera universitaria ma, subito dopo il delitto ha fermato una pattuglia della polizia locale assumendosi le sue responsabilità e permettendo alle Forze dell’ordine di intervenire prontamente all’interno dell’abitazione. Infine, l’imputato ha ricostruito i dettagli del delitto, compresi quelli che hanno portato ad alcune aggravanti che non sarebbero state dimostrate senza il suo racconto”.

La rabbia dei familiari di Sofia Castello

Al processo si sono costituiti parti civili la famiglia della vittima e l‘amica di questa, Aurora Fiameni che, quella notte, dormiva nella camera accanto a quella di Sofia quando il 23enne la sorprese nel sonno per accoltellarla a morte. Con loro, al processo come parte civile, anche il Centro Antiviolenza di Milano.

Dai giudici, tutti loro hanno ottenuto, sulla carta, risarcimenti dei danni o provvisionali ma non la cosa più importante di tutte: ovvero l’ergastolo come aveva chiesto la pm di Monza, Emma Gambardella. Al termine della lettura della condanna, il commento dell’amica di Sofia: “Ci aspettavamo una sentenza diversa, tra 24 anni Sofia sarebbe stata una cinquantenne”.

Mentre, il padre della vittima non ha rilasciato nessun commento che, insieme alla moglie e all’altro figlio minorenne, non hanno mai voluto esprimere a parole il loro immenso dolore. Ma gli avvocati della famiglia Castelli hanno dichiarato di voler ricorrere in appello sostenendo, come riporta anche il Giorno: “I giudici hanno valutato positivamente il comportamento processuale dell’imputato, che ha confessato e che ha accettato di evitare l’istruttoria del processo, ma non crediamo che il fatto sia stato valutato adeguatamente e non riteniamo che la loro sia una sentenza giusta perché con quello che ha fatto, lui ha distrutto più famiglie”.

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Il commento del difensore di Zakaria

Si è espresso, invece, il legale difensore dell’imputato, l’avvocato Vainer Burani che, dopo la condanna ha dichiarato: “La sentenza ha tenuto conto della realtà effettiva dei fatti e dello stato particolare di questo giovane sulla capacità di preordinare quanto ha commesso”. L’avvocato aveva chiesto “una pena equa senza aggravanti”, aggiungendo poi: “Ha commesso un fatto orribile ma lui dice che gli è scattato qualcosa in testa quando ha capito che l’amica di Sofia non se ne sarebbe andata via. Voleva ancora parlarle, anche se Sofia era già stata chiara e non voleva più tornare con lui”.

La mattina dell’omicidio era stato lo stesso Atqaoui a fermare una pattuglia della polizia locale e, ancora sporco di sangue, aveva confessato di avere ucciso la sua ex fidanzata. I due 20enni avevano avuto una relazione sentimentale, che poi Sofia aveva voluto chiudere perché lui era “possessivo ed ossessivo”. Il 23enne non aveva mai accettato questa decisione, convinto che Sofia frequentasse un altro ragazzo aveva scritto sul cellulare ad un amico: “Giuro che me la paga”.