Zakaria Atqaoui parla dopo l’omicidio dell’ex fidanzata Sofia Castelli, uccisa il 29 luglio 2023 nel sonno. Le sue parole in aula come ultimo tentativo
Una morte ingiusta, sulla quale oggi la Procura di Monza sta cercando di far giustizia. Sofia Castelli è morta a soli 20 anni per mano dell’ex fidanzato Zakaria Atqaoui, che l’ha accoltellata a morte nella sua stanza mentre dormiva. Reo confesso, oggi in aula durante il processo davanti alla Corte d’Assise di Monza ha voluto dire la sua: ecco le sue parole.
Al processo, che si è ripreso oggi, si sono costituiti parte civile sia i familiari di Sofia, quindi i nonni materni e paterni nonché gli zii, sia Aurora, l’amica di Sofia che dormiva nella stanza accanto a quella in cui è stata barbaramente uccisa nel sonno. L’assassino reo confesso ha quindi chiesto scusa, ma la Procura ha le idee chiare: vuole l’ergastolo.
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La ricostruzione dell’omicidio
Secondo quanto emerso dalle indagini, venerdì 28 luglio 2023 Sofia era andata con le sue amiche al The Beach, un locale in periferia est di Milano, e non aveva in alcun modo visto Atqaoui, il suo ex. Lui, infatti, mentre lei si divertiva è penetrato nel suo appartamento grazie ad un mazzo di chiavi sottrattole il giorno prima e, quando lei è rientrata e si è addormentata, l’ha colpita nel sonno e l’ha uccisa. Nella stanza di fianco a quella di Sofia dormiva la sua amica Aurora, ospitata quella notte anche per il fatto che Sofia aveva casa libera, poiché i suoi genitori erano in vacanza.
Castelli e Atqaoui avevano una storia d’amore, conclusasi per volere di Sofia. Il 23enne, però, non si è mai dato pace per la fine di questa relazione e, soprattutto, era ossessionato dall’idea che la sua ex fidanzata potesse innamorarsi di qualcun altro. Il mazzo di chiavi con il quale è riuscito ad aprire la porta la sera dell’omicidio l’aveva sottratto il giorno prima, quando era entrato nell’appartamento con la scusa di mangiare insieme un pezzo di torta.
L’arresto e la confessione
Dopo l’uccisione di Sofia, Atqaoui è sceso in strada ed ha fermato una volante della Polizia: sporco di sangue e sconvolto, ha ammesso agli agenti quanto aveva appena fatto. A quel punto sono iniziate le indagini e solo in quel momento si è svegliata Aurora, l’amica che dormiva nella stanza accanto e che non aveva sentito assolutamente nulla, fatto del quale ancora oggi si sente in colpa. Gli agenti hanno quindi trovato la 20enne senza vita e l’autopsia, eseguita in un secondo momento, ha rivelato come Sofia sia stata colpita con un coltello da cucina per quattro volte.
Parole di pentimento e rischio di ergastolo
Davanti alla Corte d’Assise di Monza, Atqaoui oggi ha chiesto scusa alla famiglia di Sofia e a tutte le persone alle quali ha causato disagio. Per lui, la Procura ha chiesto l’ergastolo: oltre alla famiglia e ad Aurora, si è costituito parte civile anche il Centro anti violenza di Milano. Al momento, il 23enne è detenuto in una sezione protetta poiché, nel carcere di Monza dov’è stato fino a poco tempo fa, non si sentiva sicuro. Minacce sono arrivate anche all’avvocata che lo difendeva, che quindi ha rinunciato.
L’accusa rivoltagli dalla pm della Procura di Monza Emma Gambardella è la seguente: omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e dell’uso del mezzo insidioso di nascondersi nella casa della vittima per tenderle l’agguato. Queste aggravanti impediscono al reo confesso di avvalersi dello sconto di pena del rito abbreviato, per cui al dibattimento rischia l’ergastolo. Di fatto sembra proprio questo il destino del 23enne: il difensore, infatti, non ha presentato neanche un testimone ed ha accettato il deposito degli atti di indagine.