Una storia che ha dell’incredibile quella raccontata da un pusher accusato di spaccio di droga e arrestato a Milano. Il giudice gli evita il carcere dopo aver ascoltato il racconto dello spacciatore marocchino
Martedì mattina, 27 agosto 2024, nel Tribunale di Milano in un’udienza del processo “per direttissima” davanti al giudici arriva un caso particolare. Uno spacciatore arrestato dai Poliziotti per strada il giorno precedente spiega al giudice di essere finito a fare il pusher perché “senza un braccio”.
Motivo per il quale nessuno ha mai voluto assumerlo per un qualsiasi lavoro onesto. A parlare è un cittadino marocchino trovato per strada a Milano dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri lunedì 26 agosto scorso con 75 grammi di hashish e dunque arrestato per detenzione ai fini di spaccio dai carabinieri.
Il pusher senza un braccio
Lo spacciatore non nega di essere quello che è, ovvero un pusher e dinanzi al giudice milanese dice di essere arrivato dal Marocco in Italia circa un anno fa e mezzo fa da irregolare, passando dalla Spagna. Prima è rimasto nella Capitale, a Roma, poi è arrivato a Milano.
Al giudice racconta che ha vissuto di espedienti (in parte) e di qualche lavoretto nei campi agricoli quando veniva chiamato. Questo fino a quando, sei mesi fa resta folgorato da una dispersione di corrente nella fabbrica abbandonata in cui dorme, e tramite un interprete del Tribunale di Milano, spiega al giudice che in ospedale gli viene amputato l’avambraccio sinistro.
AI servizi sociali del Comune meneghino lo hanno avviato all’unità di etnopsichiatria del Centro Sammartini, e il giovane marocchino ha un temporaneo permesso di soggiorno per motivi di cura in un centro di accoglienza nel Lodigiano.
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La decisione del giudice
La storia del pusher senza un braccio ha portato la giudice Mariolina Panasiti, ieri mattina, martedì 27 agosto 2024, alla scelta di lasciare libero lo spacciatore. La decisione viene avvalorata insieme al fatto che il giovane risulta incensurato e senza precedenti di polizia, il che porta la pm, come riporta anche il Corriere di Milano, a ritenere che “prima dell’infortunio non commettesse reati e abbia cominciato solo dopo” la sua disavventura.
In conclusione la convalida dell’arresto c’è ma non il carcere o l’espulsione dall’Italia. Dunque, l’uomo a piede libero tornerà in Tribunale il 17 dicembre per il proseguo del processo.