A distanza di più di un anno dall’incidente che ha portato alla morte di Ramy, due carabinieri sono stati iscritti sul registro degli indagati. La ricostruzione
Era il 24 novembre 2024 quando in un inseguimento è morto il diciannovenne Ramy Elgami. Un incidente che ha portato ad una indagine per ricostruire meglio la dinamica di quanto successo. In un primo momento erano cinque i militari indagati con accuse pesanti. Ma nelle ultime ore si sono aggiunti altri due carabinieri a questa lista. La decisione è stata presa dalla Procura di Milano dopo aver visionato alcuni alcuni dati.
Secondo le informazioni riferite da Il Giorno, i due militari hanno ricevuto un avviso di garanzia con accuse molto pesanti ed ora la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. Secondo le ultime informazioni, i militari hanno dichiarato il falso su alcuni passaggi dell’inchiesta. Per questo motivo sono attese delle novità importanti e vedremo cosa succederà.
Morte Ramy, le accuse nei confronti delle due persone
Secondo le ultime indiscrezioni, la contestazione ai ai due militari, che erano presenti nell’inseguimento mortale, è quella di aver detto il falso. Ossia alcuni passaggi del verbale d’arresto di Bouzidi, l’altra persona che si trovava insieme a Ramy, per resistenza a pubblico ufficiale potrebbero non essere veri. In particolare, nel mirino della Procura potrebbe essere finito il verbale di sequestro di soldi e della catena spezzata che il motociclista aveva dietro e sottoscritta solamente dai nuovi indagati.
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Informazioni false che ora sono al vaglio della Procura. Per il momento i magistrati preferiscono mantenere il massimo riserbo almeno fino a quando non si hanno certezze. Di certo l’iscrizione sul registro degli indagati dei carabinieri è la conferma di come quella sera qualcosa è andato non secondo le regole e i punti da accertare sono ancora differenti.
Come detto in precedenza, sono sette i carabinieri indagati. Fra loro anche il vice brigadiere al volante della Giulietta a cui è stata contestata l’accusa di omicidio stradale in concorso con Bouzidi. Al momento la Procura non ha ancora chiesto se richiedere il rinvio a giudizio oppure archiviare la posizione.
