L’ennesima violenza domestica ai danni di una donna presa a morsi e a pugni dal proprio compagno. L’aggressione avvenuta in una casa nel Bergamasco. Arrestato un tunisino di 29 anni colto in flagranza di reato
Tutto sarebbe iniziato da una furibonda lite nata tra i due fidanzati per futili motivi. L’uomo, un 29enne cittadino tunisino, avrebbe preso a morsi e a pugni la compagna ferendola al viso, alla mano e al collo.
La donna è stata sottratta alla furia violenta del compagno grazie all’aiuto dei vicini di casa che, udendo le urla provenire dall’interno dell’abitazione, hanno allertato immediatamente i carabinieri. La violenza è avvenuta a Osio Sotto, provincia di Bergamo.
Al culmine del litigio ha preso a pugni e morsi la compagna, la quale ha riportato ferite sul collo, viso e a una mano. Quando i carabinieri della stazione di Osio Sotto sono giunti all’indirizzo segnalato dai vicini di casa della coppia, l’aggressore, un 29enne tunisino senza fissa dimora, stava ancora picchiando la donna.
Colto in flagranza di reato, i militari dell’Arma dei carabinieri hanno bloccato l’uomo arrestandolo. Successivamente hanno constatato le lesioni riportate dalla donna e chiamato un’ambulanza. L’uomo è accusato di lesioni aggravate.
E’ stato condotto presso il carcere di Bergamo, in attesa di essere processato in direttissima. La vittima, invece, è stata trasportata in codice giallo presso il pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Osio Sotto e poi dimessa con una prognosi di cinque giorni.
Dai successivi controlli effettuati dai carabinieri dell’Arma di Osio Sotto, in merito alla brutale vicenda di violenza domestica, è emerso in banca dati che l’aggressore 29enne straniero nel settembre dell’anno scorso, 2023, era stato già destinatario di un provvedimento di carcerazione.
Provvedimento emesso dalla corte d’appello Brescia per altri tipi di reati riguardanti il traffico di sostanze stupefacenti e una precedente evasione dagli arresti domiciliari a cui l’uomo era sottoposto.
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Uscire allo scoperto denunciando le violenze fisiche ma anche psicologiche subite dal proprio marito/fidanzato o ex partner non è così semplice per tutte le donne vittime di tali abusi. Spesso per paura di ripercussioni o per timore di “infastidire” ancora di più l’aggressore, si rimane in silenzio subendo maltrattamenti continui e ripetuti che, nel peggiore dei casi, giungono sempre alla stessa conclusione: la morte.
Ecco perché sul sito della Regione Lombardia è presente un annuncio che aiuta tutte le donne vittime di abusi e violenze. Il Centro Antiviolenza nasce proprio a Bergamo nel 1999 e, come spiegato sulla pagina ufficiale della Regione Lombardia:
“L’associazione nasce dopo una ricerca sul territorio che aveva evidenziato l’assenza di un luogo “specifico” capace di accogliere e ascoltare le donne che subiscono violenza in famiglia o da sconosciuti. Il Centro è nato dopo un lungo percorso formativo che si è avvalso della professionalità, del sapere e dell’esperienza di quelle donne che hanno aperto il primo Centro Antiviolenza in Lombardia negli anni ’80, “La casa delle donne maltrattate di Milano”. Le operatrici di Bergamo hanno quindi acquisito le pratiche e la metodologia specifica dell’accoglienza dei centri antiviolenza oggi afferenti alla rete nazionale D.i.Re”.