Milano, cambia tutto. Niente concerto in Piazza Duomo, ma restano i botti. Basta alcolici e spazio al divertimento. Cosa è possibile fare.
Sala è pronto a stringere le maglie. Promesse e garanzie accoglieranno il nuovo anno a Milano. Il capoluogo lombardo avrà nuove sfide con cui fare i conti per evitare scivoloni importanti. Le tematiche da rivedere sono tante, a partire dalla sicurezza. Il Primo Cittadino ha sottolineato che farà qualcosa in più per evitare nuovi casi di aggressioni – denunciati anche dai vip – e non solo. Maggiore attenzione e sobrietà.
Milano, nello specifico, è stata anche riferimento di numerose manifestazioni andate a buon fine. Si pensi al Pride o alla Fashion Week. Tutte iniziative che il Comune rivendica, ma guarda oltre. Se c’è un malcontento, bisogna fare il possibile per arginarlo. Così Sala cancella il tradizionale concertone in Piazza Duomo per motivi economici: si risparmia oltre un milione di euro che può essere reinvestito altrove.
Milano, i divieti per il 31: cosa è (ancora) possibile fare
Inoltre scompaiono anche gli alcolici a notte fonda, per evitare ripercussioni spiacevoli e incidenti nella notte più difficile. Quella di San Silvestro. I celebri botti di Capodanno non sono stati vietati con polemiche per via del mercato nero che suscitano, ma il Sindaco si è trovato alle strette dato che già numerosi erano gli impedimenti e i divieti impostati per attendere il prossimo anno. L’auspicio è che, chiudendo l’evento principale in piazza, molte situazioni possano essere contenute. Petardi compresi. Quello che si augura la giunta è fare i conti con una serata tranquilla, piena di alternative alla consuetudine, per poi rituffarsi in una fitta agenda di appuntamenti affinché Milano resti una metropoli leader in termini di approccio e mobilità al progresso.
La capacità di strizzare l’occhio al nuovo senza perdere di vista valori e trascorsi che hanno contribuito a un mosaico importante, al punto da risultare impossibile da racchiudere in semplici resoconti. Semmai da scandire attraverso tappe reiterate che aprono le porte al domani, nell’auspicio comune – non a caso – che possa essere meglio di ieri e lontano da oggi.
