Milano in ginocchio per l’esondazione del Seveso. La vasca di laminazione non basta a fermare la piena: allagamenti e danni in tutta la città
Il Seveso è tornato a far paura, trasformando, ancora una volta, le strade di Milano in fiumi di acqua e fango. Una scena che si ripete da decenni, ma che ogni volta porta con sé un senso di impotenza e rabbia. Anche stavolta, la città si è svegliata sott’acqua, mettendo a nudo le sue fragilità infrastrutturali e costringendo i residenti ad affrontare una nuova, difficile giornata di allagamenti.

L’esondazione è durata nove ore, dalle 10 del mattino alle 19 di sera. A differenza delle precedenti occasioni, la vasca di laminazione del Seveso a Bresso, inaugurata solo a marzo 2024, non è riuscita a contenere la piena. L’invaso è entrato in funzione, come già accaduto in altre nove circostanze, ma non ha potuto salvare la città.
Un grosso tronco trasportato dalla corrente ha infatti rotto una paratia della vasca, causando il guasto. Un imprevisto che si è verificato dopo che l’invaso aveva già raggiunto la sua massima capienza, ma che ha inevitabilmente messo in discussione l’affidabilità di una soluzione tanto attesa.
I quartieri a nord della città sono stati i più colpiti. L’acqua è uscita in strada in via Valfurva, a Prato Centenaro, per poi inondare Niguarda, Ca’ Granda e l’Isola, con interi isolati sommersi dal fango.
Interi quartieri allagati, Milano fa i conti con il maltempo
Negozi e abitazioni hanno dovuto fare i conti con infiltrazioni e danni, con i titolari costretti a proteggere gli ingressi con sacchi di sabbia. L’emergenza ha richiesto il massiccio intervento dei vigili del fuoco, con un centinaio di chiamate d’aiuto, alcune anche dal Tribunale, e l’evacuazione di due scuole.

La situazione di emergenza ha riacceso il dibattito su un problema che affligge Milano da cinquant’anni. Il sindaco Beppe Sala ha parlato di una “pioggia paragonabile a quella del 2014”, un anno particolarmente drammatico per le sei esondazioni consecutive. La speranza, oggi, è riposta nella costruzione di una terza vasca di contenimento, quella di Lentate, che secondo le previsioni sarà pronta tra circa un anno.
La necessità di nuovi interventi è evidente, soprattutto considerando che le inondazioni sono causate dalle forti precipitazioni a monte che gonfiano il Seveso, il quale poi, una volta “tombinato” in città, non riesce più a defluire correttamente. Una problematica che si ripresenta con una frequenza allarmante: dal 1975, il fiume ha invaso la città oltre 110 volte.
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La Milano produttiva e internazionale si ritrova a fare i conti con un’emergenza che si ripropone senza sosta. Al di là delle analisi e delle promesse, resta la realtà di una città vulnerabile, in attesa di una soluzione definitiva che possa finalmente mettere la parola fine a una storia di allagamenti, disagi e danni costanti.