La D.I.A. di Milano ha arrestato due persone, imprenditori edilizi in affari con il clan mafioso di Cosa Nostra noto come i “barcellonesi” su appalti pubblici truccati. Sequestri per 5 milioni di euro
A Milano sono scattate le manette per due imprenditori, Francesco Scirocco e Giovanni Bontempo, accusati di intestazione fittizia aggravata e aver agevolato la mafia in appalti pubblici in combutta con il clan dei “Barcellonesi” di Cosa Nostra. Così, in base alle risultanze investigative sul caso seguito, gli agenti del centro operativo D.I.A. hanno eseguito nella mattinata di oggi, 18 luglio, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano su richiesta della pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Silvia Bonardi nei confronti dei due soggetti.
I due accusati avrebbero, attraverso la costituzione di società operanti nel settore edilizio e tutte con sede a Milano, consentito l’operatività di società imprenditoriali riconducibili al clan mafioso dei “Barcellonesi”, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina, in stretto rapporto con loro stessi. Ma non solo, gli indagati, avrebbero anche cercato di aggiudicarsi una “gara bandita da Infrastrutture Milano-Cortina 2026” per l’“affidamento dei lavori” nella costruzione del “parcheggio Mottolino località Bondi” a Livigno, in provincia di Sondrio. Ma anche opere connesse ad esso per un valore economico di 28 milioni di euro.
In particolare, i due accusati, come riporta anche la Repubblica: “Risultano essere stati già colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali sarebbero responsabili, in concorso con altri soggetti, di condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo e/o finanziati con fondi del P.N.R.R., senza incorrere nelle misure interdittive delle autorità prefettizie”.
Successivamente, quando i due indagati si aggiudicavano le commesse, le società riconducibili agli imprenditori passavano materialmente i lavori ad altre società, anche con sede in Calabria. L’attività d’indagine investigativa diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del tribunale di Milano e coordinata dal II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia (D.I.A) è stata possibile grazie anche all’ausilio di indagini tecniche e servizi di osservazione e pedinamento.
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A seguito di mirati accertamenti economico-patrimoniali eseguiti in collaborazione con il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, la già citata A.G. ha anche disposto il sequestro preventivo d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore totale stimato in 5 milioni di euro.
L’esecuzione delle misure unite alle diverse perquisizioni svolte, ha interessato molte regioni d’Italia vedendo anche la presenza sul campo dello stesso G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Milano, senza tralasciare l’aiuto del personale dei centri operativi D.I.A. di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro. Al centro dell’inchiesta risulta anche la società infrastrutture M&B