Milano, il limite dei 30 Km/h è un boomerang. Il provvedimento rischia di danneggiare ulteriormente l’atmosfera: l’indagine.
Milano sotto la lente d’ingrandimento: sono passati alcuni mesi da quando il limite di 30 Km/h è prassi all’interno del territorio meneghino. La decisione del Comune, di uniformarsi agli standard europei con esempi virtuosi vigenti già altrove, avrebbe dovuto portare un miglioramento in termini di emissioni e abbattimento delle fonti inquinanti, invece rischia di essere un effetto boomerang.
Le analisi del Mit Senseable City Lab, infatti, confermano che – al netto dei primi tempi in cui la comunità meneghina aveva difficoltà a uniformarsi – i dati non sono incoraggianti. I tassi di inquinamento, con relative emissioni di CO2, sono aumentati del 2,7%. Una percentuale importante se consideriamo gli standard europei che impongono di restare sotto l’1,7.
Allora la spinta in avanti dipende da altri fattori. Il primo è sicuramente la densità di popolazione: Milano è una delle città con maggiore “traffico” di persone. Significa che non ci sono soltanto i residenti. L’impatto dei cosiddetti pendolari è notevole: gente che arriva, non dorme a Milano, ma lavora e si sposta in branco sul territorio.
In prevalenza con veicoli e mezzi di qualsiasi genere. Veniamo, quindi, al secondo punto che spiegherebbe questo aumento di inquinamento al netto delle velocità più basse: la tipologia di mezzi. Il Comune – come tanti in Italia – sta cercando di effettuare lo switch – ossia il cambiamento condiviso – verso una mobilità sostenibile.
Quasi nessuno, però, al momento può permettersi un veicolo ibrido o un’auto elettrica. Gli incentivi ci sono e le proposte non mancano: la domanda, tuttavia, resta al ribasso per questioni economiche. La popolazione resta con i propri veicoli: non per pigrizia, ma per mancanza di fondi. Se qualcuno deve fare un investimento, non cambia l’automobile. Piuttosto va a piedi.
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Il problema è che quelli che circolano in auto sono ancora tanti e hanno un veicolo di “vecchia generazione” con dei motori pensati per andare minimo a 60-70 Km/h. Andare a una velocità di crociera minore fa sì che il motore giri meno, ma consumi di più. Questo squilibrio determina lo sprigionarsi di sostanze inquinanti e la CO2 si alza. Dunque, l’appuntamento è rimandato fra qualche mese, con le prossime analisi. Sebbene le premesse sul territorio meneghino non siano state le migliori.