Non c’è pace negli istituti di pena di Milano, e dopo le proteste al carcere di San Vittore l’istituto per minorenni Cesare Beccaria è al centro di un altro caso clamoroso con due evasioni
Sono settimane di fortissima tensione e di preoccupazione nelle carceri milanesi. Un clima di crescente protesta anima celle sovraffollate. E si ripercuote anche sugli agenti della sicurezza penitenziaria che in più occasioni hanno chiesto interventi significativi a strutture poco sicure.
Dopo le rivolte dei giorni scorsi l’istituto penitenziario per minorenni Cesare Beccaria, un tempo considerato un modello di riabilitazione giovanile, torna al centro dell’attenzione con un caso che ha del clamoroso.
Milano, evadono dal carcere Beccaria
Si tratta solo di un ultimo episodio, forse uno dei più clamorosi che allunga la tempesta mediatica e istituzionale che mette in luce le profonde criticità del sistema penitenziario minorile italiano.
Due fratelli egiziani, di 16 e 17 anni, sono riusciti a darsi alla fuga oggi semplicemente scavalcando il muro di cinta. L’apparente facilità con cui è avvenuta l’evasione ha immediatamente sollevato interrogativi sulla sicurezza della struttura e sull’adeguatezza delle misure di contenimento.
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Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), ha definito l’accaduto “incredibile e sconcertante“, sottolineando come i due evasi fossero già noti per il loro coinvolgimento in precedenti rivolte all’interno dell’istituto. Particolarmente allarmante è il fatto che uno dei due fratelli fosse già al suo terzo tentativo di fuga, evidenziando una preoccupante recidività e la mancanza di misure adeguate per prevenire tali episodi.
Un contesto di tensioni crescenti
L’evasione dei due fratelli non è un evento isolato, ma si inserisce in un contesto di crescenti tensioni all’interno del Beccaria. Solo poche settimane fa, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, si era verificata una rivolta che aveva visto alcuni detenuti incendiare un materasso.
Questo episodio, apparentemente un pretesto, aveva in realtà l’obiettivo di forzare l’apertura delle celle, creando le condizioni per una sommossa più ampia.
E infatti si gran lunga peggiore è stata la rivolta di alcuni giorni fa che tra il 31 agosto e il 1 settembre aveva visto scoppiare gravi incidenti all’interno dell’istituto. Otto feriti, tre i detenuti evasi…
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Eventi che mettono in luce una realtà complessa e problematica, ben lontana dall’immagine di “collegio per ragazzini indisciplinati” che alcuni potrebbero ancora avere dei carceri minorili. Come sottolinea Alfonso Greco, ci troviamo di fronte a “vere e proprie galere che detengono delinquenti e criminali, ancorché qualche minorenne”.
I problemi del Beccaria di Milano
L’evasione dal Beccaria ha riportato all’attenzione pubblica le profonde criticità che affliggono il sistema penitenziario minorile italiano. Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha evidenziato come questi eventi non siano frutto del caso, ma abbiano “responsabilità precise da ricercarsi nel pressapochismo politico e amministrativo che imperversa ormai da troppi anni”.
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I problemi del Beccaria sono gli stessi di altri grandi istituti di pena. San Vittore incluso. Inadeguatezza delle strutture. Il fatto che due detenuti possano evadere semplicemente scavalcando un muro di cinta mette in luce gravi carenze infrastrutturali e problemi ormai endemici quali sovraffollamento, carenza di personale.
Casi paradossali
Uno degli aspetti più controversi emersi da questa vicenda è la presenza di detenuti fino a 25 anni nelle strutture minorili. De Fazio ha definito questa situazione un “paradosso incomprensibile”, sottolineando come si possano trovare “diciottenni incelle che ospitano adulti e venticinquenni insieme ad adolescenti…“.
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Questa anomalia del sistema italiano crea situazioni potenzialmente pericolose, mettendo a contatto giovani con esperienze e livelli di maturità molto diversi. La presenza di detenuti più anziani in strutture pensate per minori può influenzare negativamente i più giovani, esponendoli a modelli comportamentali dannosi e ostacolando i percorsi di riabilitazione.
Le rivolte: un segnale di allarme ignorato
Le rivolte che hanno preceduto l’evasione dei due fratelli non sono state un evento isolato. Negli ultimi mesi, il Beccaria è stato teatro di diversi episodi di violenza e insubordinazione. Questi eventi avrebbero dovuto essere un campanello d’allarme per le autorità, segnalando la necessità di interventi urgenti per migliorare le condizioni di detenzione e rafforzare le misure di sicurezza.
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Il fatto che i due evasi fossero “gli stessi che si sono resi promotori delle rivolte scorse”, come sottolineato da Alfonso Greco, evidenzia una mancanza di azione concreta da parte delle autorità competenti. La decisione di non trasferire questi detenuti, nonostante i loro comportamenti problematici, solleva interrogativi sulla capacità del sistema di gestire efficacemente i casi più complessi.
Evasi in fuga
Nessuna traccia dei due ragazzini evasi. Le prime indagini cercheranno di capire se i due sono riusciti a raggiungere amici e famiglia: ma dalla loro fuga sono già trascorse alcune ore.
“Uno dei due – conclude il segretario generale Uilpa di polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio – era già fuggito nel giugno scorso e rintracciato nel giro di qualche giorno”.
Non è escluso che dopo qualche ora di libertà i due decidano di riconsegnarsi, cosa che è accaduto in passato dopo un’altra fuga dal Beccaria, durata solo poche ore.