Fissata per il 30 settembre l’udienza che segna l’inizio del processo per il maxi incendio del 29 agosto 2021 a Milano, 13 gli indagati
L’incendio alla Torre dei Moro, in via Antonini a Milano, è scoppiato in un pomeriggio di agosto 2021. Il palazzo, abitato da alcune personalità importanti della città tra cui il cantante Mamhood, era fortunatamente mezzo vuoto e, al momento del rogo, al suo interno c’erano solo 13 persone. A distanza di tre anni dall’evento, tra qualche mese inizierà il processo: ecco le accuse e gli indagati.
In pochi minuti l’intero stabile è andato a pezzi, completamente divorato dalle lingue di fuoco che, di fronte agli occhi di chi ci viveva e di chi si era fermato a guardare la scena, inghiottivano tutto ciò che c’era al suo interno. Fortunatamente l’incendio non ha causato alcuna vittima sebbene, ad oggi, gli inquilini di quella che fu Torre Dei Moro non hanno ancora riavuto indietro la propria abitazione e lo stabile è ancora lì dov’era, bruciato. A settembre, però, inizierà il processo: ecco il punto della situazione.
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Tredici a processo
La gup Ileana Ramundo, oggi 14 giugno 2024, ha deciso che il 30 settembre 2024 si dovranno presentare in Tribunale per l’udienza che segnerà l’inizio del processo legato all’incendio di Torre dei Moro ben 13 persone. Tra gli imputati ci sono i committenti dell’azienda spagnola che ha prodotto i pannelli Larson, la Zambonini spa, e i responsabili della società di costruzione del palazzo Alberto Moro con la moglie Stefania Grunzweig, amministratrice della Polo srl.
Secondo chi indaga, infatti, a determinare l’incendio tremendo che ha divorato il palazzo in pochi minuti sono stati proprio i pannelli, considerati altamente infiammabili. Nel chiedere il processo per questi tredici indagati, la rappresentante dell’accusa ha sottolineato tutte le presunte irregolarità che sono state commesse in fase progettuale e costruttiva del grattacielo, che riguardano soprattutto i materiali utilizzati per i pannelli e per le facciate.
Quattro persone prosciolte
Prosciolte dalle accuse, invece, quattro persone: Luciano Propana e Mario Abate, due vigili del fuoco e Crescenzo Panico con Giacomo Passera. Tra di loro c’è anche il funzionario che era accusato di aver effettuato un controllo all’edificio nel 2011, considerato in un primo momento poco approfondito e quindi possibile concausa dell’incendio.
