Tiziana Morandi, conosciuta come la “mantide della Brianza” è stata condannata a 16 anni e 5 mesi di reclusione. Ora i giudici motivano la sentenza e respingono le attenuanti psichiatriche. Cosa hanno detto sulla donna
La mantide della Brianza, all’anagrafe Tiziana Morandi, arrestata nel luglio del 2022 e ancora in carcere per aver narcotizzato e derubato ben 9 uomini tra i 27 e gli 84 anni, dovrà scontare una condanna a 16 anni e 5 mesi di reclusione. Dopo la sentenza di condanna dello scorso dicembre 2023, ora sono giunte le motivazioni della sentenza emessa dai giudici del Tribunale di Monza.
“Merita sottolineare la lucidità e l’abilità nella menzogna dimostrata dall’imputata… Una tendenza alla menzogna e alla manipolazione che, lungi dal radicarsi su una qualsivoglia patologia o disturbo di natura psichiatrica, disvela invece la sua pervasiva capacità criminale”.
La 48enne di Roncello, Tiziana Morandi, in carcere dal luglio del 2022 era imputata di una ventina di reati che vanno dalla rapina alle lesioni, dall’utilizzo indebito di carte di credito alla violazione della legge sugli stupefacenti ma anche di avere procurato alle vittime, tutti uomini, uno stato di incapacità dopo aver somministrato loro benzodiazepine. I giudici del tribunale di Monza nella sentenza di condanna scrivono le motivazioni che hanno portato la mantide della Brianza in cella. Un fascicolo di una sessantina di pagine dove viene narrata l’intera assurda vicenda.
Il modus operandi della donna era sempre lo stesso: prima l’aggancio della vittima di turno su social, poi le bugie e i racconti inverosimili per far impietosire la preda. Infine i massaggi offerti nella propria abitazione e le bevande corrette con i farmaci. Le vittime spogliate e derubate. I giudici scrivono nella sentenza di condanna:
(ndr Tiziana Morandi) “Annullava le capacità difensive annebbiandone la volontà attraverso la somministrazione di bevande “corrette” con benzodiazepine, agendo in maniera del tutto indisturbata e spogliando le vittime dei preziosi. Persone ridotte in stato di incoscienza e scarsa lucidità”.
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Per i giudici Tiziana Morandi mentre commetteva gli illeciti era capace di intendere e volere e dunque, ogni parvenza di attenuante psichiatrica è stata respinta. Nessun presunto vuoto di memoria della mantide, lei sapeva cosa stava facendo. Come riporta anche il Giorno, i giudici evidenziano:
“Merita sottolineare la lucidità e l’abilità nella menzogna dimostrata dall’imputata… tendenza alla menzogna e alla manipolazione che, lungi dal radicarsi su una qualsivoglia patologia ovvero disturbo di natura psichiatrica, disvela invece la sua pervasiva capacità criminale (già ampiamente dimostrata dalle insidiose e programmate modalità delle innumerevoli condotte delittuose, senza alcun dubbio non attribuibili né ideabili da una persona affetta da vizi o patologie psichiche)”.
Le motivazioni dei giudici si concludono con la “consapevolezza (dell’imputata ndr) già dimostrata nel corso della prima perquisizione effettuata presso la sua abitazione, allorquando l’imputata, consapevole della gravità delle proprie condotte, ha ripetutamente tentato di occultare i farmaci in proprio possesso, al precipuo fine di allontanare da lei ogni sospetto criminoso”. Dopo le ragioni motivate dai giudici del tribunale di Monza sulla sentenza di condanna, i legali di Morandi hanno presentato ricorso in appello.