La moda del lusso è sotto inchiesta a Milano, quali sono i 13 grandi marchi che devono “collaborare” con la Procura

Dopo il caso Tod’s la Procura di Milano ha ampliato l’inchiesta sul caporalato nella moda e chiesto a 13 colossi europei tutta la documentazione sui controlli della filiera.

Tredici grandi gruppi europei della moda del lusso dovranno consegnare alla Procura della Repubblica di Milano tutta la documentazione sui sistemi di controllo sulla catena di appalti e subappalti nella produzione.

Moda del lusso, inchiesta caporalato
La moda del lusso è sotto inchiesta a Milano, quali sono i 13 grandi marchi che devono “collaborare” con la Procura – MilanoCityrumors.it

Si tratta di un’ulteriore evoluzione dell’inchiesta sul fenomeno del caporalato condotta dal pm milanese Paolo Storari insieme al Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri. In passato sono già finiti nel mirino delle autorità una serie di noti marchi del lusso, tra cui Tod’s. Per chi indaga l’azienda si sarebbe avvantaggiata di una filiera produttiva, composta da sub-fornitori e sub-sub-appalti, in cui gli operai avrebbero lavorato in condizioni degradanti.

Nel filo di Tod’s sono indagati tre manager della società. La Procura di Milano ha chiesto l’amministrazione giudiziaria per Tod’s e il divieto di fare pubblicità per sei mesi. Tod’s, che ha respinto le accuse, dovrà presentarsi davanti al giudice a febbraio per dimostrare di essersi adeguata alle misure previste e per analizzare i nuovi documenti a disposizione dei magistrati.

Sfruttamento dei lavoratori, i brand finiti nel mirino della Procura di Milano

Adesso sotto i riflettori della Procura ci sono Dolce&Gabbana, Versace, Prada, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating. Negli opifici-dormitorio dove venivano sfruttati i lavoratori, scoperti nel corso della prima fase dell’inchiesta, sono infatti stati trovati anche prodotti dei marchi ora finiti nel mirino.

Nella filiera di Missoni spa i carabinieri avrebbero già trovato nove operai sfruttati durante un’ispezione del 6 agosto 2025 nell’opificio cinese New moda di Wen Yongmei. Altri nove per Off White Operating, undici per Adidas. Altrettanti per Yves Saint Laurent Manifatture srl scoperti il 20 novembre 2025 nella Bag Group srl. Le cifre più elevate del presunto caporalato nell’alta moda e il made in Italy dell’ultima operazione della Procura di Milano sono i trentasei lavoratori di etnia cinese in condizioni di pesante sfruttamento per Dolce & Gabbana, i ventisette di Ferragamo, i diciannove di Alexander Mcqueen.

Lusso e moda
Sfruttamento dei lavoratori, i brand finiti nel mirino della Procura di Milano – MilanoCityrumors.it

E ancora: diciannove per Givenchy Italia srl, diciassette per Versace, dodici negli appalti di Guccio Gucci, undici per Pinko attraverso la Cris Conf spa, ndici per Prada, e ancora undici per Coccinelle spa. Numeri che per il pm sono un campanello d’allarme che rendono necessario appurare il grado di coinvolgimento dei brand e delle società madri. La Procura non intende forzare la mano con decreti di perquisizione o contestazioni, ed è per questo che intende acquisire spontaneamente i documenti.

Tra questi ci sono le visure camerali delle società che compongono i gruppi, i bilanci, finanziari e sociali, verbali del cda e collegi sindacali, elenchi di fornitori e subfornitori di materie prime strategiche e di produzione con descrizione della tipologia di fornitura e del fatturato degli ultimi tre anni suddiviso per anno, con indicazione, per ciascuno, della percentuale rispetto ai volumi complessivamente acquistati.

Gli inquirenti ritengono necessario avere anche copia dei contratti sottoscritti con le imprese fornitrici, eventuali esiti delle attività di audit condotte e azioni rimediali intraprese. Dal punto di vista della governance la Procura ha indicato la documentazione riguardante le job description delle funzioni aziendali coinvolte ne processo di selezione, gestione e monitoraggio dei fornitori di materie prime, i contratti di share service infra gruppo, il registro delle segnalazioni whistleblowing, così come le check list adottate per il monitoraggio della tracciabilità e della sostenibilità della filiera produttiva.

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