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Cronaca

Insulti social a Liliana Segre: si va a processo, dodici sotto accusa

La Procura di Milano ha concluso le indagini nei confronti di dodici persone accusate di diffamazione e istigazione a delinquere per motivi di odio razziale dopo gli insulti social confronti della senatrice a vita Liliana Segre, l’inchiesta coinvolgeva anche il popolare Chef Rubio

Indagine conclusa. Si andrà a processo. La Procura di Milano ha concluso la fase istruttoria riguardante una raffica di insulti social pubblicati on line, molti però anche quelli recapitati direttamente via mail, nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre.

La senatrice a vita, Liliana Segre, 94 anni – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Le persone interessate dall’inchiesta erano una trentina in tutto: per dodici di queste il pm Nicola Rossato, insieme al procuratore Marcello Viola, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati. Posizione archiviata per altre diciassette persone, tra le quali Gabriele Rubini, ovvero Chef Rubio, personaggio molto popolare per la sua attività televisiva e mediatica.

Indagine sugli insulti social a Liliana Segre

L’inchiesta riguarda insulti e minacce indirizzati alla senatrice a vita Liliana Segre tra il 2022 e il 2023, in particolare tramite social media ed e-mail. Le accuse principali mosse contro i dodici indagati sono quelle di diffamazione e istigazione all’odio razziale, etnico e religioso.

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Tra i messaggi ricevuti, molti contenevano offese di stampo antisemita e critiche aggressive per il supporto della senatrice alla campagna vaccinale contro il Covid-19.

Gli insulti a Liliana Segre, trenta indagati

Le indagini, coordinate dal pm Nicola Rossato e dal procuratore Marcello Viola, si sono concentrate su 29 persone. Di queste, 12 sono ora accusate di reati aggravati dall’odio razziale e rischiano il processo.

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La senatrice, testimone della Shoah, aveva presentato personalmente 24 denunce ai carabinieri di Milano, riportando minacce e offese ricevute online e documentando gli episodi con una gran quantità di messaggi che le erano stati recapitati.

La posizione di Chef Rubio

Tra le posizioni archiviate figura anche quella di Gabriele Rubini, alias Chef Rubio. L’indagine nei suoi confronti riguardava post pubblicati sui social media, definiti inizialmente diffamatori e discriminatori. Tuttavia, secondo il pm Rossato, i messaggi erano espressione di critica politica e si inserivano in un contesto di legittimo, per quanto colorito, dibattito pubblico. Pertanto, pur essendo commenti aspri e potenzialmente lesivi, sono stati considerati non diffamatori. Le accuse nei confronti di Chef Rubio, che non rischia dunque il processo., sono state archiviate.

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Oltre a Rubini, altre sedici persone sono state scagionate per assenza di elementi sufficienti a configurare il reato. La Procura ha infatti sottolineato che i commenti archiviati erano più vicini a critiche politiche che a offese personali.

Liliana Segre al suo posto in Senato – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Un’inchiesta complessa e ancora in corso

Il procuratore Marcello Viola ha definito l’inchiesta come “un primo segmento di indagini rilevanti e complesse per l’individuazione degli autori e delle rispettive responsabilità”. Accanto a questo fascicolo, un’ulteriore indagine è stata affidata al pm Alessandro Gobbis, che sta approfondendo altre denunce legate a episodi di odio e minacce online contro la senatrice.

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L’inchiesta riflette una crescente attenzione verso i fenomeni di odio sui social media, soprattutto quando diretti a figure pubbliche e simboliche come Liliana Segre. La senatrice ha più volte sottolineato la necessità di contrastare l’odio online, che rappresenta una forma di violenza sempre più diffusa.

Conclusioni delle indagini preliminari

Liliana Segre era attesa ieri all’inaugurazione di una mostra sulla Shoah a Milano Ma la senatrice ha preferito evitare l’impegno: “A 94 anni è semplicemente stanca – spiega il figlio, l’avvocato Luciano Belli Paci – il clima di insulti e di offese l’hanno profondamente amareggiata ma non abbattuta. Ormai ci ha fatto l’abitudine, non è certo tipo da farsi intimidire”.

La senatrice sarà invece al Quirinale mercoledì prossimo per la cerimonia in occasione del Giorno della Memoria e il 6 febbraio all’evento organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.