Ilaria Salis, memoriale da brividi: le agghiaccianti parole dal carcere di Budapest | VIDEO

Torna in primo piano il caso di Ilaria Salis, l’attivista rischia 16 anni di carcere in Ungheria: il memoriale della donna riportato da La7.

“Come una bestia al guinzaglio”, Ilaria Salis – 39 anni e una vita ancora davanti – descrive così le sue condizioni nel carcere di Budapest. Lo fa in un memoriale che il TGLa7 raccoglie in esclusiva dove si legge tutta la sua rassegnazione e anche in parte lo smarrimento di chi si rende conto di essere finita a quanto di più simile a un girone dantesco.

Memoriale Salis
Il memoriale di Ilaria Salis (Screenshot profilo ufficiale La7-MilanoCityRumors.it)

Le situazioni al limite della sopravvivenza: spogliata di tutto, diritti umani inesistenti e solo tanta paura. “Mi hanno lasciata senza indumenti per poi ricoprirmi con dei vestiti di fortuna, tarme e cimici nel letto. Cibo scarno e mancanza d’aria”. Un ritratto non congeniale ai tempi che corrono, dove manca la sussistenza di base persino per chi ha fatto qualcosa.

Ilaria Salis, il memoriale da brividi

Detenzione non vuol dire tortura, ma in Ungheria questa sembra essere la normalità. Ripercorriamo i fatti con lo stesso ordine che la Salis usa in queste poche righe che il telegiornale diretto da Enrico Mentana mostra in esclusiva. La donna, nello specifico, risulta essere un’attivista che per vivere fa la maestra elementare a Monza.

Salis memoriale
Le parole dell’insegnante detenuta a Budapest (Screenshot profilo ufficiale La7-MilanoCityRumors.it)

La giovane è accusata di aver aggredito alcuni neonazisti, con il favore dell’associazione di sinistra Hammerband, nel Giorno dell’Onore in cui si ricordano le azioni delle SS durante la seconda guerra mondiale. Tutto è ancora da dimostrare, ma le immagini della Salis che arriva in un carcere di Budapest ex Gestapo incatenata hanno riaperto il dibattito in Italia circa la sua liberazione.

Senza vestiti, né cibo: l’altra faccia della detenzione

Il memoriale è stato scritto dalla donna il 2 ottobre, doveva essere consegnato a un ex politico ungherese della sinistra radicale che poi si sarebbe messo in contatto con il legale dell’insegnante. Impossibile da reperire nella maniera canonica perchè di normale negli istituti di pena ungheresi non sembra esserci nulla: “Qui è tutto previsto – scrive la Salis – ma in Italia cose del genere non sono ammissibili”.

Tutto è al limite della sopportazione: la donna richiama più volte al fatto che le stanno facendo vessazioni di ogni tipo. Mancanza di cibo, acqua, sette giorni – racconta ancora nella lettera – senza carta igienica, sapone e assorbenti. Materiale che rimedierà soltanto grazie alla complicità di una detenuta ungherese.

Il caso diventa politico

Questa vita proseguirà per 5 settimane – si apprende dal carteggio – un ritratto che annega nell’avvilimento più totale. I genitori della ragazza fanno appello a Giorgia Meloni: “Nostra figlia trattata come un cane, la Premier parli con Orban”. Situazione che diventa anche un caso politico per via delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini: “Se fosse mia figlia non sarei contento – ha detto – va processata a Budapest”.

Secca la replica del genitore: “Auguro a Salvini di avere una figlia con un decimo degli ideali della mia. Uscita fuori luogo, non si possono giustificare determinati atteggiamenti”. Il riferimento è al trattamento che le autorità ungheresi stanno riservando alla maestra. La battaglia è dialettica, ma sfocia anche nell’etica.

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Il tempo passa e le certezze diminuiscono: la donna rischia più di dieci anni nel carcere ungherese. “L’ho vista deperita, spero si smuovano un po’ le acque” – ha commentato il padre – ringraziando tutti coloro che stanno mostrando supporto. Compresi gli ex compagni di liceo della giovane, tutti uniti in attesa di riscontri che differiscano dalle amare certezze emerse nelle scorse settimane.

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