L’anarchica milanese Ilaria Salis è detenuta nel carcere di Budapest da quasi un anno. La drammatica situazione in cella tra scarafaggi, punture di cimici nel letto e topi denunciata dalla donna. A breve anche un altro milanese rischia l’estradizione
La denuncia della 39enne milanese detenuta da quasi un anno in un carcere in Ungheria è devastante. Ilaria Salis, è ritenuta un’anarchica e sta scontando una pena per lesioni aggravate in una cella “tormentata dalle punture delle cimici da letto, da scarafaggi e topi”. La detenuta a breve potrebbe essere raggiunta da un altro esponente dell’aria anarchica, il 23enne Gabriele Marchesi, anche lui milanese, al momento agli arresti domiciliari nella città meneghina.
Per il ragazzo è stata chiesta l’estradizione in Ungheria. Sia per la 39enne che per il 23enne l’accusa è di lesioni aggravate ed entrambi rischiano fino a 16 anni di detenzione. Secondo i fatti, i due milanesi avrebbero partecipato, a vario titolo, nella capitale ungherese agli scontri del 10 febbraio 2023 contro militanti dell’estrema destra riuniti per il “Giorno dell’onore”.
Ilaria Salis, in carcere a Budapest da un anno. A rischio estradizione anche Gabriele Marchesi
Mentre l’anarchica milanese Ilaria Salis arrestata in flagranza di reato lo scorso febbraio e da allora è rinchiusa nel carcere di Budapest in attesa del processo, martedì prossimo la Corte d’Appello di Milano deciderà sull’estradizione di un altro anarchico. Parliamo del 23enne Gabriele Marchesi, ai domiciliari da qualche giorno a Milano.
Nella giornata di ieri, mercoledì 29 novembre, i legali dei due anarchici, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno depositato una lettera scritta dalla loro cliente Ilaria, in cui la donna denuncia le drammatiche condizioni carcerarie a Budapest e a cui rischia di essere sottoposto anche il 23enne Gabriele Marchesi.
L’obbiettivo del team di legali è quello di dimostrare concretamente che il regime di detenzione carcerario ungherese non è compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti, per i quali l’Ungheria, come l’Italia nel 2013, è già stata condannata.
La lettera di denuncia dell’anarchica milanese: “Condizioni carcerarie inaccettabili”
Nella lettera scritta da Ilaria Salis e depositata dai suoi legali, l’anarchica milanese di 39 anni racconta le giornate trascorse nel carcere di Budapest dove è detenuta dallo scorso febbraio. Come riporta anche il Corriere della Sera che ne da notizia, nel testo si legge: “23 ore su 24 in cella completamente chiusa, in spazi minimi, inferiori a 3,5 metri quadrati, all’interno di una sezione mista”.
La 39enne Ilaria Salis continua spiegando: “Per più di sei mesi non ho potuto comunicare con la mia famiglia. Sono stata interrogata senza difensore e interprete. Durante i trasferimenti dal carcere per le udienze mi hanno legato un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette; anche i piedi sono legati tra loro con un’ulteriore manetta a un solo polso a cui è fissato un guinzaglio di cuoio”. Pratica usata normalmente nelle carceri ungheresi.
Ai due ragazzi milanesi gli inquirenti ungheresi contestano due raid avvenuti il 10 febbraio contro 3 esponenti dell’estrema destra nel corso dei quali le vittime avrebbero riportato, come spiega l’avvocato Losco, “lesioni minime certificate in 8 giorni e in 5 giorni di prognosi”. A Ilaria Salis, in merito a ciò è stato proposto un patteggiamento della pena a 11 anni anziché 16 per i reati a lei contestati. Il processo a suo carico inizierà il prossimo gennaio.