I Comuni sono pronti a farsi valere in ambito europeo. Il punto resta il libero arbitrio sulla gestione dei limiti di velocità. Gli scenari.
I Sindaci di buona parte dell’Italia sono intenzionati a scrivere al Financial Times. Una lettera aperta rivolta all’Europa per rimettere al centro l’autorità dei Comuni. Servono norme attuative per consentire agli enti locali di conservare la libertà decisionale: gli aspetti di indagine sono molteplici, ma quel che più preme riguarda le velocità.
I limiti di velocità – secondo i Primi Cittadini – non devono essere decisi esclusivamente dalle norme statali. Serve anche una libertà di manovra da parte dei Comuni. Il problema più grande, in questo momento, non solo a Milano ma in tutta Italia, sarebbe il limite a 30 Km/h. La situazione resta convulsa perchè i Primi Cittadini di mezza Europa vorrebbero – questo chiedono e scrivono al Financial Times – gestire i limiti di velocità.
I Sindaci scrivono al Financial Times
La ragione riporta alle modifiche da fare: una linea generale è necessaria, ma poi dovrebbero essere – almeno secondo quello che chiedono i Comuni – i Primi Cittadini a cambiare o aggiustare le cose sui territori. L’esempio dei 30 Km/h calza a pennello. Se i limiti imposti dallo Stato sono più alti per i Comuni poi è difficile dire la propria cercando di abbassare i target.
Un obiettivo che la Comunità Europea deve coltivare, ma lasciando ugualmente margine di manovra ai Comuni. Lo pensa non solo la maggior parte dei Sindaci italiani, che hanno firmato la lettera aperta al Financial Times in cui si chiede maggior considerazione dell’operato sul territorio, ma anche i rappresentanti di Amsterdam, Helsinki e Bruxelles.
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Più libertà ai Comuni
Il motivo di tutto questo riguarda le promesse fatte dai Primi Cittadini nostrani (e non solo) riguardo alle morti sulla strada e la riduzione del PM10 anche a causa dello smog da traffico. Qualora i Comuni non potessero operare liberamente riguardo delle piccole modifiche rispetto al piano generale dall’Europa, il lavoro sulle ZTL verrebbe meno e sarebbe impossibile riorganizzare in maniera capillare i flussi di traffico. Un problema che non riguarda solo lo Stivale, ma anche alcune importanti realtà estere. Non rimane altro se non capire come lo stallo – normativo ed effettivo – possa risolversi senza intaccare il lavoro fatto finora. La questione è tutt’altro che chiusa.