Gianni Sala, morto davanti la sede Sky di Milano: il caso non verrà archiviato. Attesa la super-perizia

Il caso del 34enne Gianni Sala, morto davanti alla sede Sky di Milano, non verrà archiviato. Disposta una super-perizia per cercare la causa ultima del decesso. Si aggrava la posizione dei due vigilanti indagati per omicidio

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza la notte tra il 19 e il 20 agosto scorso riprendono gli ultimi istanti di vita di Giovanni Sala, il 34enne morto fuori dalla sede di Sky di Milano dopo essere stato fermato da due vigilanti, indagati per omicidio colposo.

gianni sala
Gianni Sala, morto davanti la sede di Sky a Rogoredo. Il caso non verrà archiviato. Attesa una super-perizia per indagare sulla vera causa del decesso del 34enne. (ANSA) milano.cityrumors.it

Il ragazzo, originario di Palermo ma residente nel Varesotto, aveva problemi di droga e spesso frequentava il “boschetto di Rogoredo”, zona da anni conosciuta per essere uno dei principali luoghi di spaccio di sostanze stupefacenti. Nelle immagini video analizzate dai periti della Procura di Milano, si vedono i tentativi del giovane, sotto effetto di alcol e droga, di entrare dal cancello degli studi e i vigilanti che più volte lo respingono, poi lo sbattono a terra e Gianni patte la testa.

Come è morto Gianni Sala

Nel filmato vagliato dai periti, per circa sette minuti si vede Gianni Sala bloccato per terra dai due vigilantes con un ginocchio sulla schiena. Poco dopo smette di respirare e i tentativi di rianimarlo saranno poi inutili. All’arrivo dell’ambulanza, per il 34enne i sanitari non possono far altro che constatarne il decesso.

Polizia Milano
Gianni Sala, morto davanti la sede di Sky a Rogoredo. Il caso non verrà archiviato. Attesa una super-perizia per indagare sulla vera causa del decesso del 34enne. (ANSA) milano.cityrumors.it

Ma nell’autopsia sul cadavere del ragazzo non risulteranno evidenze che Sala sia morto per asfissia e neanche per alcuna frattura toracica da schiacciamento. Dai primi risultati autoptici è emerso anche che il 34enne aveva grossi lividi sul viso e sul corpo, compatibili con una caduta a terra ma non dovuta all’intervento delle due guardie, così come emerso anche dall’analisi delle telecamere di sorveglianza.

Quindi, se inizialmente gli accertamenti medico-legali sembravano alleggerire la posizione dei due indagati, ora a distanza di sei mesi dalla morte di Gianni Sala, il caso del ragazzo non verrà archiviato. Gli investigatori che indagano sul caso vogliono andare a fondo e capire quale sia stato il vero motivo del decesso del 34enne e quanto abbia potuto influire sulla morte del giovane con condizioni di salute già compromesse, la manovra di contenimento adottata dai due vigilanti.

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La super-perizia

Gli investigatori vogliono capire quale era il limite entro il quale i due vigilanti potevano attuare la manovra di contenimento su Gianni Sala, perché secondo quanto conferma la procura di Milano, i due uomini che avevano l’incarico di sorvegliare l’ingresso della sede Sky avrebbero dovuto limitarsi a chiamare le forze dell’ordine.

Dunque, le manovre per atterrare il 34enne non rientrerebbero nelle loro normali funzioni. E, allora se i due uomini hanno effettuato quelle manovre, quanto quel comportamento ha influito poi sul decesso di Sala? Per chiarire i dubbi verrà effettuata, quindi, una super-perizia che a distanza di tanti mesi, darà la risposta se c’è stata una connessione di causa effetto tra il comportamento dei due vigilanti e la morte del 34enne.

Intanto, il papà di Giovanni Sala, al programma Rai “Chi l’ha visto”, ha lanciato un appello affinché si proseguano le indagini sul caso di morte del figlio. Secondo l’uomo, come riporta anche il Giorno: “Non c’è un’inquadratura fissa sul posto ma le telecamere inquadrano lui per tanto tempo, quasi un’ora e mezza. Si vede che in quel momento mio figlio aveva bisogno di aiuto che non è stato dato”.

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