La Guardia di Finanza di Monza ha arrestato per frode fiscale, riciclaggio e bancarotta fraudolenta 3 persone. Tra questi anche il nipote di un boss della ‘ndrangheta attivo sul territorio milanese. Sequestrati beni per un valore di oltre 2 milioni di euro
Le Fiamme gialle di Monza hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari, su delega della locale Procura della Repubblica, disposta dal Gip presso il Tribunale di Monza a tre soggetti gravemente indiziati dei reati di frode fiscale, reati tributari, indebita compensazione di crediti fittizi, riciclaggio e bancarotta fraudolenta.
Inoltre è stato anche eseguito un provvedimento di sequestro preventivo “finalizzato alla confisca sia diretta sia per equivalente di beni per oltre 2 milioni di euro, pari ai profitti illeciti dei reati ascritti”.
Tra i tre arrestati anche il nipote di un potente boss ‘ndranghetista attivo sul territorio lombardo.
Secondo l’accusa, i tre criminali avrebbero intestato aziende a prestanome lasciando poi fallire le imprese piene di debiti verso lo Stato. L’inchiesta dei finanzieri è partita da una serie di controlli su sette aziende edili, della logistica e delle pulizie, sulle quali con il tempo sono emersi diverse violazioni, tra mancati pagamenti di contributi, annotazione di fatture false e distrazioni di capitali aziendali verso conti correnti e carte di credito personali.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Monza e portate avanti dalla Guardia di Finanza hanno confermato che le sette aziende coinvolte erano intestate a due prestanome brianzoli, finiti ora agli arresti domiciliari. I soldi che derivavano dall’evasione delle tasse e dei contributi previdenziali non versati venivano capitalizzate con prelievi giornalieri di contante successivamente consegnato all’amministratore di fatto delle ditte coinvolte, appartenente a una delle famiglie ‘ndranghetiste attive a Milano, ora finito in carcere.
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Agli arresti domiciliari sono finiti due uomini originari della Brianza. Mentre la misura cautelare in carcere è stata eseguita su un imprenditore e nipote del boss ‘ndranghetista Cosimo Maiolo, 58enne, già condannato dal Tribunale di Monza nel 2023 in primo grado a quasi 13 anni per una serie di reati connessi all’attività della locale di ‘ndrangheta di Pioltello, comune del Milanese, già detenuto a sua volta.
I Finanzieri alla guida del colonnello Gerardo Marinelli, coordinati dalla locale Procura di Monza, avrebbero raccolto, come spiegato dai militari: “plurimi elementi indiziari in merito alle presunte condotte criminose perpetrate: “gli ingenti proventi dell’evasione d’imposta e degli omessi versamenti dei contributi previdenziali.
Inoltre, le Fiamme gialle spiegano che sarebbero stati “sistematicamente monetizzati con prelievi giornalieri di denaro contante presso sportelli ATM presenti sul territorio brianzolo”. I prelievi di contante sarebbero stati eseguiti “dai prestanome e consegnati “direttamente all’amministratore di fatto delle imprese coinvolte, destinatario della misura di custodia cautelare in carcere” e “già colpito da analogo provvedimento quale affiliato a famiglie della ‘ndrangheta insediatesi nel milanese”.