Agrate Brianza, scoppia il caso per la vicenda che ha coinvolto una 50enne. La donna perde il lavoro perchè disabile: è polemica.
Il lavoro nobilita l’uomo. Forse. Il caos scoppia ad Agrate Brianza. Nel Comune c’è un’azienda leader nel settore tecnologico e d’avanguardia che lavora alacremente da anni. Gli affari vanno bene, compatibilmente con la congiuntura economica e la metamorfosi del mercato.
In loco lavora Domenica, una 50enne assunta da 24 anni che, non molto tempo fa, si vede arrivare una lettera dall’amministrazione in cui le veniva spiegato che era stata aperta una procedura di licenziamento nei suoi confronti. La donna si sente mancare. Le crolla il mondo addosso ancor più dopo aver scoperto la ragione del suo allontanamento: non era una questione di condotta, o relativa ai tagli al personale, si trattava di impossibilità al lavoro dovuta alla disabilità.
Agrate Brianza: disabile licenziata ottiene nuovamente il posto
Una situazione davvero difficile da gestire. Almeno questo ha ritenuto l’azienda che ha scelto – per diversi motivi – la strada più facile. Un sentiero che però non ha pagato, anzi. La società è stata costretta a fronteggiare una causa di anni, la donna non si è lasciata scappare l’opportunità di avere giustizia.
Il contratto – a tempo indeterminato – recitava che in caso di infortunio l’azienda avrebbe dovuto ricollocare la donna in altre sedi. La dipendente, nella fattispecie, aveva scoperto da poco di essere malata. Un imprevisto che, tuttavia, non giustifica in alcun modo il licenziamento.
Leggi anche: “Pace”, la bandiera spunta a Palazzo Marino: è scontro politico sul cessate il fuoco
“Ho atteso anni questo momento”
Così dopo un iter di diversi anni la signora è stata reintegrata al proprio posto di lavoro. In altra maniera, ma ugualmente costruttiva. “Giustizia è stata fatta” – commenta – anche l’azienda ne esce relativamente bene. Intaccata meno di quanto si potesse immaginare. I rischi di un ciclone mediatico (e non solo) erano alti. La situazione andava avanti da diverso tempo e non sembrava esserci altra soluzione, se non quella del reintegro effettivo.