Cavo di acciaio appeso in una via a Milano e indagini ad ampio raggio per trovare i complici di Alex Baiocco.
Continuano le indagini per scoprire chi abbia agito insieme ad Alex Baiocco. Il ragazzo 24enne è stato arrestato durante la notte fra mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio 2024 per aver teso un cavo d’acciaio.
L’azione è avvenuto lungo la circonvallazione, precisamente fra le corsie di viale Toscana, creando più di qualche attimo di paura. I carabinieri, intervenuti in seguito ad una segnalazione, hanno evitato conseguenze ben peggiori.
Caccia ai complici di Alex Baiocco
Nel frattempo Baiocco è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Santoro lo scorso venerdì 5 gennaio. Un’ora di colloquio, alla presenza dell’avvocato Dario Trovato, durante la quale il 24enne ha risposto a tutte le domande poste. E proprio in quelle fasi, infatti, Baiocco avrebbe detto di essere “profondamente pentito” per quanto accaduto.
Nel frattempo, sul fronte investigativo, Alex Baiocco avrebbe ribadito di conoscere i due ragazzi complici, ma di averli conosciuti soltanto attraverso i social network. “Chiedo scusa per quello che ho fatto, ho sbagliato. Al momento non mi sono reso conto della gravità, ma non volevo uccidere nessuno“, commenta Baiocco. La conferma arriva anche dall’avvocato che ha parlato di un giovane “distrutto” per i danni che avrebbe potuto provocare.
Intanto il 24enne è attualmente rinchiuso nel carcere di San Vittore. Durante la giornata di sabato 6 gennaio 2024, però, il giudice dovrebbe sciogliere la riserva e decidere se convalidare l’arresto o meno, così come richiesto dal pubblico ministero Enrico Pavone.
LEGGI ANCHE >> Cavo di acciaio in strada a Milano, il 24enne arrestato si pente: “Chiedo scusa, ho fatto…”
LEGGI ANCHE >> Coca Cola scarica Chiara Ferragni: nessuno spot per gennaio, quanto perde l’imprenditrice
Accuse gravissime
Ancora da chiarire se il gip convaliderà o meno le accuse avanzate dalla Procura della Repubblica di Milano contro Alex Baiocco. Al momento, però, Baiocco è accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti, strage, blocco stradale e ricettazione: quest’ultimo reato è conseguenza del furto del cavo da un cantiere. Il reato di strage è conseguenza di “atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità“, prevede la normativa, specialmente col fine di uccidere. Non sarebbe necessaria la presenza di morti, ma in caso di vittime la pena sarebbe pari all’ergastolo. “In ogni altro caso si applica la reclusione non inferiore a quindici anni“, si legge.