La donna è stata ammazzata in un modo brutale: “prima fatta cadere dalle scale, poi colpita allo sterno causandole uno sfondamento della cassa toracica. Infine lasciata sola per un’ora prima di chiamare i soccorsi” Accusati 3 familiari. La reazione shock dei sanitari
L’omicidio sospetto avvenuto a Lissone (comune di Monza e della Brianza) ha portato davanti i giudici della Corte d’Assise di Monza tre imputati, accusati per il delitto preterintenzionale di una donna – loro familiare – e di abbandono di persone incapaci, essendo la vittima un’anziana di 81 anni.
I tre imputati risiedono tutti nello stesso immobile e sono: la figliastra della donna originaria del Guatemala morta, Maria Grazia S., 59 anni; Mauro G., 66 anni ed Egidio P., 68 anni. Il trio è accusato di aver causato la morte della pensionata che era stata portata a vivere nella loro stessa casa.
Il brutale omicidio
Secondo l’accusa, così come riporta oggi anche il Giorno, i tre l’avrebbero “prima fatta cadere dalle scale provocandole una frattura scomposta del femore e successivamente colpita allo sterno e al dorso causandole plurime fratture costali con sfondamento della cassa toracica”. Inoltre, i presunti killer sono accusati anche di avere lasciato sola l’81enne incapace per età e per malattia, per quasi un’ora prima di allertare i soccorsi.
Le accuse sono state tutte negate dai tre imputati che, difesi dal legale, Raffaella Vercesi, hanno scelto il dibattimento per chiarire l’accaduto. L’omicidio risale al 2 dicembre 2021. In aula, il maresciallo dei carabinieri di Lissone intervenuto quel giorno ha dichiarato: “Siamo stati chiamati dal medico intervenuto per i soccorsi”.
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Il racconto dei sanitari
Ascoltati in aula, i sanitari dell’ambulanza giunta nell’abitazione della vittima hanno raccontato: “Siamo stati inviati per una persona incosciente. C’era una signora di una certa età seduta sul divano, con una gamba appoggiata su una sedia e l’altra con il piede per terra. Quando l’abbiamo messa a terra per le manovre di rianimazione, ci siamo accorti che la gamba destra aveva un movimento falsato da una frattura scomposta dove una parte dell’osso era probabilmente uscita dal ginocchio, che sanguinava. Scoprendole il torace, abbiamo visto un livido scuro al centro dello sterno”.
Poi il medico del pronto soccorso continua: “La donna aveva lesioni che non avevo mai visto in un intervento per un arresto cardiaco“. La difesa sostiene che quei lividi spesso si notano in chi ha la pelle sensibile, come una donna anziana. Secondo gli infermieri ad aprire la porta di casa il 2 dicembre è stato un uomo riconosciuto in aula in Mauro G., mentre l’altra donna, Maria Grazia S, – figliastra della vittima – parlava al telefono con la centrale operativa del 118.
“Ci ha detto che aveva portato da lei l’anziana che era in cattivi rapporti con il figliastro, suo fratello, per non mandarla in casa di riposo e che era caduta il giorno prima in casa ma non aveva voluto andare in ospedale, che con fatica ma riusciva a camminare e che era sveglia davanti alla televisione quando 10 minuti prima lei era scesa per fare andare la lavatrice”. In aula è stato sentito anche un vicino di casa della donna che ha riferito in merito all’anziana vittima: “L’ho vista per la prima volta il giorno prima e l’ho aiutata a salire in casa, si capiva che era una donna che non stava bene. L’ho presa in braccio e l’ho portata su fino al divano e mi ha ringraziato”.