Il sindaco di Milano Beppe Sala nel corso di un’intervista radiofonica sull’ipotesi di un terzo mandato si è detto d’accordo come Luca Zaia e Vincenzo De Luca
In questi giorni si parla molto di terzo mandato. Un dibattito aperto da Vincendo De Luca, governatore della Campania, che da tempo chiede la possibilità di essere ricandidato mettendo il giudizio nelle mani degli elettori.
Così come per Luca Zaia, governatore del Veneto. Un terzo mandato che vede aperture dai diretti interessati a sinistra a destra e a favore del quale si è schierato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala.
Terzo mandato: c’è anche Sala
Nel corso di un’intervista radiofonica sulla questione Sala ha espresso la sua opinione, accennando alla possibilità di una ricandidatura nel 2026, un’eventualità al momento esclusa dalle normative vigenti. Le sue parole, con un esplicito riferimento al personaggio di 007 interpretato da Sean Connery (mai dire mai ha detto il primo cittadino di Milano), hanno alimentato le speculazioni su un possibile terzo mandato.
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Dunque ora il dibattito si estende anche al Partito Democratico considerando che il sindaco di Milano De Luca e Zaia dicendosi possibilista ma di fatto anticipando l’esigenza di un cambiamento normativo.
Sala e il dibattito sul terzo mandato
Nel corso dell’intervista, Beppe Sala ha sottolineato come, a suo avviso, il limite di due mandati per i sindaci rappresenti una peculiarità italiana.
Una peculiarità superabile: “In Italia dobbiamo sempre distinguerci. In Europa, nessun Paese ha limiti di mandato per i sindaci, ad eccezione del Portogallo, che ne prevede comunque almeno tre – ha dichiarato Sala – a fare da garanti ci sono il Consiglio comunale, il Consiglio regionale, numerosi organismi di controllo e, soprattutto, c’è il giudizio degli elettori”.
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L’appoggio alla posizione di Zaia e De Luca si è fatto evidente quando il sindaco ha respinto l’idea che il limite sia una garanzia contro la concentrazione di poteri, definendolo superfluo. Sala ha anche criticato chi, con lunga esperienza parlamentare, si oppone a una revisione della legge sui mandati: “Prendere lezioni da chi è in Parlamento da trent’anni… anche no” ha concluso Sala.
Sala e le prossime elezioni
Beppe Sala è stato eletto sindaco di Milano per la prima volta nel giugno 2016. Dopo essersi candidato alle primarie del Partito Democratico smentisce una sua intervista del 2011 nella quale non si era dichiarato ad alcuna carica istituzionale a Palazzo Marino. Sala conquista le primarie con il 42% e batte al ballottaggio Stefano Parisi, ex city manager di Milano, con il 51.70% dei consensi.
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Al termine del suo primo mandato Sala bissa con un ampio consenso, culminato nella rielezione al primo turno nell’ottobre 2021, sfiorando il 58% dei voti. Le prossime elezioni comunali a Milano sono previste per il 2026. Tuttavia, la legge attuale impedirebbe al sindaco in carica di presentarsi per un terzo mandato consecutivo, a meno che non venga approvata una modifica normativa.
Un triangolo politico inaspettato: De Luca, Zaia e Sala
L’allineamento tra Sala, De Luca e Zaia ha suscitato particolare attenzione. I tre politici, appartenenti a schieramenti ideologicamente diversi, si trovano accomunati dalla critica ai limiti di mandato. Una convergenza, inattesa fino a pochi mesi fa che sta alimentando un fronte trasversale a favore di una riforma.
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Il sindaco di Milano ha ribadito la necessità di tenere aperte tutte le opzioni per il futuro. Secondo Sala, è fondamentale mantenere un peso politico che garantisca alla città di Milano un ruolo di rilievo, indipendentemente dai prossimi sviluppi. Al momento non ci sono alternative a Sala nel centrosinistra anche se nelle ultime settimane era stato presentato con una certa forza il nome del giornalista Mario Calabresi come possibile nuovo sindaco di Milano.
Il futuro di Milano
Intanto Milano si prepara ai prossimi eventi, in particolare le Olimpiadi invernali per le quali la città sta ancora rincorrendo il completamento delle opere, l’adeguamento di San Siro per la cerimonia inaugurale e il nuovo complesso del ghiaccio a Santa Giulia. Nel corso dell’intervista, Sala ha affrontato altre due questioni centrali per la città: il costo della vita e la mobilità.
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Riguardo al primo tema, il sindaco ha evidenziato come i costi elevati stiano mettendo in difficoltà la classe media, affermando che “il problema si risolve aumentando gli stipendi, partendo dagli insegnanti, dalle forze dell’ordine e dagli infermieri”.
Sul fronte della mobilità, ha annunciato un incremento del numero di taxi: “Dalla primavera avremo 450 taxi in più”. Sala ha inoltre confermato la chiusura del Quadrilatero della moda al traffico veicolare a partire da febbraio.
Cosa decideranno i vertici?
La posizione di Sala nel corso degli ultimi mesi sembra essersi notevolmente indebolita rispetto alla rielezione di quattro anni fa. Anche in considerazione dei molti problemi di Milano legati soprattutto a traffico e sicurezza. Sono molte le categorie che hanno aperto un fronte di aperto contrasto rispetto alle ultime posizioni di Sala. Tant’è che la sua provocazione sul terzo mandato potrebbe anche rappresentare una mossa strategica per consolidare il suo ruolo politico e prepararsi alle future sfide amministrative.