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Cronaca

Arresti ultras Milan e Inter: come funzionavano gli affari delle curve con i parcheggi a San Siro

Primi interrogatori in carcere per gli ultras di Milan e Inter mentre l’inchiesta sugli affari dei leader delle curve di San Siro si allarga a macchia d’olio con sviluppi davvero clamorosi

Siamo solo all’inizio. L’impressione è che il vaso di Pandora scoperchiato dagli arresti di alcuni giorni fa che ha portato in carcere tutti i leader delle curve di Inter e Milan sia molto grande.

Lo Stadio di San Siro, spartito dai leader delle curve – Credits ANSA (Milano.CityRumors)

E già si parla di possibili estensioni di questa stessa indagine anche in altre città: perché se Milano rappresenta un caso assolutamente clamoroso è evidente che quello di San Siro non sia un caso isolato.

Arresti Ultras Inter e Milan: gli sviluppi

L’inchiesta ha rivelato come le attività legate alle curve, inclusa la gestione dei parcheggi e dei biglietti, abbiano permesso a individui coinvolti in gravi reati di beneficiare economicamente e logisticamente.

Le pressioni esercitate dagli ultrà sulle società calcistiche avrebbero creato un ambiente favorevole per causare ciò che i magistrati definiscono una ‘normalizzazione della devianza’. In pratica, si è assistito a una sorta di tolleranza verso pratiche irregolari che hanno favorito, anche inconsapevolmente, l’infiltrazione di soggetti legati alla criminalità organizzata.

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I magistrati parlano anche delle responsabilità di Milan e Inter in questa vicenda: le due società sono al momento parte lesa e non ci sono indagati. Ma nelle pagine dei PM si parla di eccessiva tolleranza e in qualche caso anche di sudditanza da parte delle due società milanesi nei confronti di soggetti palesemente coinvolti in affari illeciti.

Ultras Milan e Inter, nuove accuse

Tutti i capiultrà arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere di fronte ad accuse estremamente serie. Per alcuni la posizone si sta facendo estremamente seria.

È sicuramente il caso di Pino Caminiti, il “re dei parcheggi” di San Siro. L’accusa principale contro di lui non si limita alla gestione dei posti auto, affidata ad abusivi che chiedevano fino a 40euro per parcheggiare nei pressi dello stadio. Caminiti ora sarebbe indagato per l’omicidio di Fausto Borgioli, assassinato a colpi di pistola nel 1992 per una vicenda di droga.

A tradire Caminiti una intercettazione nella quale il capoultrà della Nord confidava a un datore di lavoro l’accaduto…

Come funzionavano gli illeciti a San Siro

Il meccanismo che portava decine di migliaia di euro ogni domenica a pochi soggetti che sfruttavano stadio e tifosi come un’azienda era relativamente semplice. Chi voleva lavorare allo stadio doveva pagare: i bagarini compravano dai capi della curva i biglietti che in qualche modo restavano invenduti, concessi direttamente dalle società. Stessa cosa per i parcheggi, i banchi di panini e bibite e quelli del merchandising.

La logica era quella dell’estorsione. Chi pagava veniva rifornito e ‘protetto’.

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Per quanto non indagati i nomi di tesserati di Inter e Milan che dovranno rispondere ai magistrati come persone informate dei fatti sono diversi: cui l’allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti, l’ex difensore Milan Skriniar e il capitano rossonero Davide Calabria, fotografato con Luca Lucci, capo ultrà del Milan con precedenti per traffico di sostanze stupefacenti e per alcuni episodi di violenza allo stadio.

L’impressione è che l’omicidio di Antonio Bellocco, il capoultrà dell’Inter assassinato da un altro leader della curva, Andrea Beretta, al culmine di una discussione legata proprio agli affari dello stadio abbia dato un impulso velocissimo a indagini che erano avviate da tempo con un ampio dispiego di mezzi per intercettazioni, pedinamenti esopralluoghi.

Anche Davide Calabria negli atti dei magistrati tra le persone infortmate dei fatti – Credits ANSA (Milano.cityrumors.it)

Cosa rischiano Inter e Milan

Milan e Inter tecnicamente saranno soggetto di un procedimento di prevenzione.

Il processo di prevenzione sono misure giuridiche che le autorità giudiziarie italiane adottano per prevenire reati da parte di individui o organizzazioni che potrebbero essere coinvolti in attività criminali.

In parole povere e meno tecniche Inter e Milan saranno attenzionate, e dovranno progressivamente dimostrare di non avere nulla a che fare con individui coinvolti in attività criminali.

Inter e Milan dovranno nominare consulenti incaricati di verificare l’efficacia delle misure organizzative adottate dalle società per impedire che attività come la vendita di biglietti o la gestione dei parcheggi possano essere utilizzate per finanziare individui coinvolti in reati.

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.